Tu sei qui: Storia e Storie“Un amore perso a Positano”: è ambientato in Costiera il libro dello scrittore sotto mentite spoglie
Inserito da (Maria Abate), lunedì 10 settembre 2018 19:27:31
È stato tradotto in italiano soltanto lo scorso giugno "Un amore perso a Positano", romanzo di Dick P. Rosano, edito da Paperback nel febbraio 2017. Il romanzo non solo è ambientato in Costiera Amalfitana, ma ha anche protagonisti italiani, Danny d'Amato e la sua Gaia. Ciò non deve meravigliare: l'autore ha viaggiato in tutto il mondo, ingaggiato da politici internazionali ed esperti militari per contrastare le trame dei terroristi in ogni continente. E ha portato a compimento la sua "missione" sotto la copertura di scrittore di vini e cibo nel mondo. Per lui, insomma, l'Italia è contrappeso e rifugio dal dramma della criminalità e del terrorismo internazionale. Non resta che leggerlo...
Dopo aver lavorato per parecchi anni a Kabul, Danny d'Amato ha bisogno di una pausa. Stressato dalla guerra, sceglie le acque cristalline di Positano per la sua fuga.
Presto, le pagine del suo diario si riempiono di annotazioni sulla donna incontrata sulle soleggiate scogliere sul Mar Mediterraneo, sulla sua conversione da veterano di guerra ad uomo innamorato. In pochi giorni, sia lui che Gaia si innamorano ed immaginano un futuro insieme.
E poi, lei sparisce.
Dopo che Danny trascorre innumerevoli giorni a cercarla, la vasta distanza che li separa ha la meglio... per ragioni che nessuno dei due poteva prevedere.
Tre anni fa, ero in guerra, una guerra che ha prosciugato molte delle mie energie e, a quanto pare, anche delle mie emozioni. Ero assegnato in Afghanistan, nell'ufficio del Dipartimento di Stato a Kabul, e trascorrevo ore interminabili a tradurre pezzi di registrazioni di conversazioni dal Pashto al Farsi, lingue che ho studiato mentre frequentavo l'università ma che ho iniziato ad usare solo quando la mia vita ed il mio lavoro sono dipese da queste.
[...]
Trascorrere mesi dopo mesi a preoccuparsi dell'ego delle altre persone - sia americane che afghane- e, nel poco tempo rimasto, preoccuparmi dell'opinione su me stesso. Avevo bisogno di una pausa. Tornare negli Stati Uniti era ancora una cosa remota quindi, una veloce vacanza all'insegna del riposo e del relax in Italia sembrava il miglior modo di riequilibrare la mia vita.
Dopo diciotto mesi di permanenza nella base, non era difficile farsi approvare brevi periodi di riposo, così mi sono preso un paio di settimane libere e sono andato a Positano, sulla costiera amalfitana italiana. Avevo sentito e letto molto a riguardo del piccolo villaggio di pescatori, essendo diventato eurofilo per la destinazione da me scelta, e sembrava la prescrizione perfetta per quello che mi affliggeva.
[...]
Un autista alla guida di un polveroso camioncino militare mi accompagnò all'Aeroporto Internazionale Hamid Karzai, dove un volo militare mi trasferì fuori dal paese. Un altro scalo ed un altro volo e raggiunsi Roma, a bordo di un volo commerciale, atterrando all'Aeroporto Leonardo da Vinci. Ebbi una mezza idea di trascorrere la notte a Roma ma il baccano mi ricordò da dove stavo scappando. Invece, salì su un treno per Sorrento, dove mi trasferì, questa volta su un piccolo taxi, senza aria condizionata, che mi portò a Positano.
Non appena l'auto lasciò Sorrento, le grandi distese di campagna e la lunga striscia d'asfalto dinanzi a me, mi diedero tutto il tempo per rilassarmi ed iniziare ad abituarmi ad un ritmo più calmo. Poco dopo, il tassista si diresse verso una via, stretta e tortuosa, costeggiava, a sinistra, dalla parete di un monte che si innalzava fino ad altezze invisibili, e, da destra, avevo la percezione che la montagna si gettasse nelle profondità del mare.
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