Tu sei qui: Storia e StoriePalermo ricorda il generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, la moglie Emanuela Setti Carraro e l'agente di scorta Domenico Russo
Inserito da (Redazione Nazionale), domenica 3 settembre 2023 14:28:55
41 anni da quel brutale agguato a colpi di Kalashnikov ai danni del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa mentre alla guida della sua A112 e con seduta accanto a lui la moglie Emanuela Setti Carraro: una raffica di colpi che uccise entrambi i coniugi e non risparmiò neppure Domenico Russo che si trovava in una seconda auto come scorta armata.
Oggi, con la deposizione di una corona è stato commemorato il generale: presenti alla cerimonia, sul luogo dell'eccidio, i figli Nando e Simona Dalla Chiesa.
Oltre al Prefetto Maria Teresa Cucinotta, le autorità civili e militari, la presidente della commissione antimafia Chiara Colosimo e il sottosegretario Francesco Sisto.
Simona Dalla Chiesa presente alla celebrazione con il fratello Nando, ha dichiarato:
"Anche dopo tanti anni, ritrovarmi in questo posto che è stato l'ultima immagine della sua vita, ritrovare il calore e l'affetto dei palermitani e sapere che viene ricordato soprattutto dai ragazzi, è come se il suo messaggio abbia camminato per tutto questo tempo e sia arrivato fino ai più giovani, dando speranza ad una Palermo diversa. Io la vedo. Ci sono ancora tante sacche da svuotare e tanti lati oscuri da chiarire. Però io vedo la luce di una Palermo diversa".
Sergio Mattarella ha invece dichiarato:
"Il quarantunesimo anniversario dell'attentato di via Isidoro Carini richiama l'intero Paese a uno sforzo corale nell'impegno di lotta alla mafia. Tutta la società italiana deve sentirsi coinvolta: le istituzioni, le agenzie educative, il mondo delle associazioni.
Il 3 settembre 1982 a Palermo la mafia assassinava il Prefetto Carlo Alberto Dalla Chiesa e la moglie Emanuela Setti Carraro, ferendo mortalmente l'agente Domenico Russo. Nel ricordo di quel tragico evento, l'intera comunità nazionale si stringe intorno agli ideali costituzionali di libertà, solidarietà e giustizia testimoniati, sino al sacrificio della vita, dall'impegno nelle istituzioni di Carlo Alberto Dalla Chiesa", si legge nella dichiarazione del presidente della Repubblica.
"Nominato Prefetto di Palermo, seppe portarvi la preziosa esperienza maturata negli incarichi precedenti, lottando con determinazione, in un contesto particolarmente difficile, per l'affermazione dei valori della legalità.
Carlo Alberto Dalla Chiesa intuì le potenzialità dell'azione della Pubblica Amministrazione per contrastare, insieme all'azione della Magistratura e delle Forze di Polizia, le pretese criminali di controllo dei territori. Il suo esempio interpella oggi la coscienza civica e la responsabilità personale di coloro che ricoprono pubbliche funzioni, chiamati a costituire un efficace argine all'illegalità, alla corruzione e alle infiltrazioni criminali nel tessuto amministrativo ed economico.
Il quarantunesimo anniversario dell'attentato di via Isidoro Carini richiama l'intero Paese a uno sforzo corale nell'impegno di lotta alla mafia. Tutta la società italiana deve sentirsi coinvolta: le istituzioni, le agenzie educative, il mondo delle associazioni. Dal contributo di tutti, dall'efficacia delle azioni di contrasto e di prevenzione, dai germi di consapevolezza che la società, le famiglie, la scuola, il terzo settore sapranno far sbocciare nelle giovani generazioni, dipendono la stabile affermazione della cultura della legalità e lo sviluppo di durature prospettive di progresso economico e sociale. Con questo spirito, rinnovo alle famiglie Dalla Chiesa, Setti Carraro e Russo i sentimenti di partecipazione e vicinanza della Repubblica", conclude Mattarella.
Mentre la premier Giorgia Meloni ha dichiarato:
"A 41 anni dal brutale attentato mafioso che ha causato la morte del Generale dell'Arma dei Carabinieri Carlo Alberto Dalla Chiesa, di sua moglie Emanuela Setti Carraro e dell'agente di scorta Domenico Russo, continua senza sosta l'impegno per sradicare ogni forma di criminalità organizzata.
Al Generale Dalla Chiesa, esempio di integrità e coraggio, e a tutti i servitori dello Stato che sono caduti lottando per liberare l'Italia dal cancro della mafia, va il nostro più profondo ringraziamento e rispetto. La vostra battaglia è la nostra e non indietreggeremo mai" conclude la premier.
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