Tu sei qui: Storia e Storie6 febbraio 1921 - 6 febbraio 2022: l'ex voto della famiglia Parlato compie 101 anni
Inserito da (Admin), domenica 6 febbraio 2022 21:34:48
"Era tarda sera del 6 febbraio 1921. Una notte di bufera con pioggia, tuoni e lampi. Sulla strada che da Meta conduce a Positano, all'altezza del km 4, una carrozza a due cavalli di Amalfi riporta a casa due fratelli di età compresa tra i sei e i diciotto anni. Superata una curva, i cavalli a causa di un fulmine si spaventano, oltrepassano il ciglio della strada e precipitano nel vuoto. Grazie alla rottura dello sperone e dei guarnimenti di cuoio che legano i cavalli alla carrozza, questa con il suo carico umano resta indenne sul piano stradale. E' un miracolo? Noi vogliamo rispettare i decreti di Urbano VIII: provate voi a spiegarlo in maniera razionale. Ma c'è di più i ragazzi - non abituati a camminare al buio sotto la pioggia - si avviano comunque verso Positano. All'alba sono davanti alla porta di casa; il più grande Giuseppe porta sulle spalle la piccola Licia. La mamma con viso sereno e quasi lieto, accoglie loro con queste testuali parole: «Non vi preoccupate. So tutto! Me l'ha detto la Madonna!».
L'antefatto è questo. Il padre Michele Parlato, professionista a Napoli, affida i sei figli al capitano di una barca suo amico, perchè li porti alla spiaggia di Cassano, dove li aspetta una carrozza che li aspetta a Positano. Questo avveniva spesso, ma quella volta sui colli il vetturino incrocia una carrozza di Amalfi; per risparmiare il tragitto, affida il bambino al suo collega e torna indietro. Subito dopo l'incidente, il cocchiere scappa dirigendosi a piedi verso Amalfi.
Giunto a casa si rende conto di aver abbandonato quei ragazzi in balia degli eventi atmosferici. Il mattino dopo si reca dall'arcivescovo Mons. Ercolano Marini e gli racconta il fatto. Il presule, con una carrozza messa a disposizione dello stesso cocchiere, si affretta a raggiungere Positano e si reca a casa di don Savero Cinque. Questi, sentendo il racconto del cocchiere, si altera e secondo la sua fama prende il bastone per dargli una lezione, ma viene fermato dall'Arcivescovo. Insieme poi vanno a far visita alla famiglia e trovano la mamma sola (i bimbi intanto si erano rifocillati e stavano riposando) che li rassicura con la medesima affermazione: «Sapevo tutto: me lo aveva detto la Madonna e non mi sono preoccupata».
La signora Maria Parlato Zaccagnini (M.P.Z., ndr) farà costruire un'edicoletta sul luogo a perenne memoria.
Questo fatto era ben conosciuto dai positanesi. Ne abbiamo avuto una testimonianza autentica dai protagonisti il 6 febbraio 1971, quando abbiamo celebrato sul posto una messa. In quella occasione abbiamo avuto la gioia di sentire il racconto del più grande dei fratelli, dott. professor Giuseppe Parlato, allora presidente della Croce Rossa Italiana, il quale sottolineava tutti i particolari e in modo specifico la serenità e la sicurezza della mamma. Era presente anche qualcun altro dei fratelli, l'avv. Vincenzo Parlato del foro di Napoli e il dott. Professor Luigi Parlato, primario al Cardarelli di Napoli, avevano assicurato la loro partecipazioni e si resero presenti per lettera l'ing. Gioacchino Parlato e la più piccola dei protagonisti Licia Parlato.
L'automobilista positanese, passando davanti all'edicola, si segna e salutà la Madonna con un colpo di clacson."
Il testo è stato estratto integralmente da una pubblicazione della Parrocchia positanese. La maiolica è stata trafugata nel 2016 e, proprio in quell'occasione, la giornalista Lucilla Parlato, discendente della Signora Maria, ne tracciò un ricordo intimo e familiare che noi abbiamo ritrovato sul portale altaterradilavoro.com: "[...] questa storia fa parte dei racconti della mia infanzia e credo di tutti i "discendenti" di Maria e di Michele Parlato.
La piccola Licia e Giuseppe, erano infatti due degli ottto fratelli di mio nonno Vincenzo Parlato. E quella madonnina anche per chi, come chi scrive, non è credente, non solo era un reliquiario di famiglia ma col tempo è diventato passaggio obbligato per tantissime spose della costiera amalfitana e sorrentina o straniere: proprio per quello che accadde in quel luogo a lungo la madonnina nelle curve (molto meno nota di quella nera che dà luogo alle celebrazioni di Ferragosto) è stata considerata come foriera di cose positive e di protezione per i bimbi in arrivo. E infatti in passato non era raro trovarvi qualche bouquet che le aveva lasciato qualche fresca sposina.
La piccola scaletta che conduce alla madonnina appartiene all'Anas che non sempre l'ha tenuta in condizioni decenti. Con mio padre, anche nel nostro ultimo viaggio a Positano, insieme a mio fratello Vincenzo e a mia sorella Anna, ci fermavamo sempre a salutarla e a lasciare, sotto i vasi, un bigliettino e dei soldi. Quell'ultima volta io non salii, da imbecille quale a volte ognuno di noi è, pur sapendo che il non essere credente era una cosa che addolorava molto mio padre.
Ovviamente oggi che lui non c'è più le rendo omaggio ogni volta che ci passo. Gli anni dopo la scomparsa di mio padre - che ci aveva fatto promettere di occuparcene e che non a caso nell'ultima sua estate aveva iniziato a scrivere un libro sugli ex voto della costiera su cui pare avesse trovato storie bellissime ma della cui bozza non abbiamo mai trovato traccia - sempre con i miei fratelli, tra le mille cose che ci hanno travolti alla scomparsa di nostro padre, avevamo pensato di scrivere all'Anas per fare in modo che rifacesse le scalette, ormai sberciate. Poi non lo abbiamo fatto. Ma un paio di volte siamo andati lì con le cesoie a tagliare gli arbusti che impedivano o rendevano complesso sia l'accesso che la vista dell'altarino dalla strada e, armati di bustoni della spazzatura, avevamo pulito l'area anche da cartacce e fiori rinsecchiti. Avevamo parlato anche con il prete di Positano, don Giulio, sotto la cui responsabilità pare ricadesse questa piccola figura in ceramica, per celebrare i 90 anni di quella storia. Tra poco quella piccola nicchia avrà cento anni. Ma la madonnina non c'è più. Noi non sappiamo chi l'ha trafugata, ma certamente questa storia riempie d'amarezza. E non possiamo che augurarci che sia ritrovata perché anche quella madonnina, a parte la storia familiare, è identità di quel luogo incantato, proprio di fronte alle isole delle Sirene, Li Galli e a L'Isca."
Dopo il furto, grazie anche ad alcuni devoti che ne conservavano l'immagine originale, l'edicola sacra è stata ripristinata e i 100 anni sono ricaduti proprio nel febbraio 2021, in piena pandemia. L'incidente dello scorso 14 gennaio, in cui il conducente è uscito dall'auto miracolosamente illeso, ha riportato alla memoria dei positanesi i fatti del 1921, un grazie sentito a Valentino Esposito e al direttore Nino La Camera per le preziose informazioni fornite alla nostra redazione.
Più di un secolo passato a guardare il mare, a proteggere i nostri e a ricordare a tutti noi di non perdere mai la fede in Lei.
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