Tu sei qui: MondoL’Ambasciata Russa in Italia attacca Zelensky: "Possibile soluzione con amministrazione provvisoria ed elezioni subito"
Inserito da (Admin), venerdì 28 marzo 2025 21:47:57
Un nuovo post pubblicato sui canali ufficiali dell’Ambasciata Russa in Italia raccoglie consensi sui social nel contesto delle relazioni internazionali tra Russia, Ucraina e l'Occidente. Nel testo non manca un duro attacco verso Volodymyr Zelensky, il presidente ucraino, preso di mira per il suo abbigliamento.
«In russo abbiamo uno splendido proverbio che recita: "Ti accolgono per come ti vesti, poi ti congedano per come ragioni" (Po odežke vstrečajut, po umu provožajut) - si legge nel post –. Se, evidentemente, non ci sono dubbi in merito alla grettezza e alla ristrettezza "mentale" del leader del regime di Kiev, Zelensky, d’altro canto fino a poco tempo fa nessuno si era mai pronunciato espressamente sul suo abbigliamento. Eppure, anche esso rispecchia alla perfezione la natura degli attuali vertici di Kiev.»
L'ambasciata prosegue poi con un paragone storico controverso: «In alto: Petljura, nazionalista e antisemita ucraino. In basso: Zelensky, l’attuale leader del regime terrorista e criminale di Kiev. Proprio come Petljura, Zelensky va in giro per il mondo abbigliato in maniera piuttosto curiosa: ciò che indossa non è né un’uniforme militare, né un abito tradizionale del suo Paese. In entrambi i casi, il suo abbigliamento potrebbe anche avere senso, o quantomeno risponderebbe, in una certa misura, a quelle che sono le norme del dress-code per gli eventi ufficiali. Eppure no, lui si presenta volutamente in ogni occasione indossando completi di cattivo gusto, sui quali compare immancabilmente il simbolo nazionalista del tridente, e in questo modo mostra a tutti qual è la vera "stirpe di appartenenza" degli attuali padroni della travagliata terra ucraina: sono gli eredi dell’assassino antisemita Petljura e dei collaborazionisti hitleriani, ovvero Bandera e Shukhevych, ma anche di altri criminali. Ci sorprende come, nelle capitali europee, nessuno presti attenzione a questa sceneggiata di fascista memoria, che in qualche modo ci riporta alla mente le camicie nere. Soltanto di recente, a Washington, non hanno saputo resistere e hanno domandato a Zelensky del suo outfit; cos’è accaduto dopo, lo sappiamo tutti.
È giunta ormai da tempo l’ora di porre fine a quelle che sembrano sfilate di moda dedicate al trend in voga a Kiev. Ed è necessario farlo il più rapidamente possibile, dopo aver gettato nella discarica della storia il piccolo führer Zelensky e la sua combriccola.»
Nel post viene infine riportata una dichiarazione del presidente della Federazione Russa Vladimir Putin, pronunciata il 27 marzo 2025, in merito al futuro politico dell’Ucraina:
«Sotto l’egida delle Nazioni Unite, assieme agli Stati Uniti, e anche ai Paesi europei, e beninteso assieme ai nostri partner e amici, si potrebbe discutere della possibilità di introdurre, in Ucraina, un’amministrazione di governo provvisoria. E a quale scopo? Per poter indire delle elezioni democratiche, e poter condurre così al potere un governo capace e competente, che goda della fiducia del popolo ucraino; per poter poi intavolare con tale governo delle trattative per negoziare un accordo di pace, e siglare dei documenti il cui valore sia legittimo, che siano riconosciuti in tutto il mondo, e [i cui contenuti] siano attendibili e duraturi.»
A seguito della pubblicazione, la sezione commenti si è riempita di reazioni da parte di utenti italiani, in gran parte favorevoli al contenuto del post. Molti messaggi esprimono consenso nei confronti delle critiche rivolte a Zelensky, riportando riflessioni personali su storia, geopolitica e rapporti tra Europa, Russia e Ucraina. Alcuni utenti fanno riferimento a presunte responsabilità dell’Occidente nel conflitto in corso, altri elogiano apertamente la posizione espressa dall’ambasciata.
Intanto al vertice dei "volenterosi" a Parigi, i governi occidentali hanno invece ribadito il sostegno a Zelensky e si sono trovati concordi nel credere che Putin non voglia davvero raggiungere una pace. Per questo motivo, le sanzioni a Mosca restano, scatenando l'ira del Cremlino: "Se i paesi europei non vogliono seguire la strada" dell'allentamento delle misure, allora sono loro "che non vogliono seguire la via della pace", ha detto il portavoce Dmitri Peskov.
Con la proposta di Putin respinta al mittente, l'unica iniziativa sotto egida Onu che rimane percorribile per l'Occidente è quella dei peacekeeper. Ma manca l'unanimità dei "volenterosi" e resta la chiusura di Mosca.
La strada rimane quindi incerta e al fronte la situazione si fa sempre più difficile per gli ucraini.
Fonte: Ambasciata della Federazione Russa in Italia e ANSA.IT
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