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Sono passati 2 anni dalla diagnosi dei primi casi in Italia di Covid-19. La pandemia ha avuto un impatto sugli esami di screening, e in generale ha creato un importante ritardo nella diagnosi precoce della malattie oncologiche.

Due fattori hanno influenzato il ritardo. Il primo è stato il blocco dei programmi di screening da marzo a maggio 2020, mentre il secondo è legato alla paura dei pazienti di recarsi in ambienti sanitari, visti come luoghi più a rischio per contrarre l'infezione.

Con la fine dello stato di emergenza alle porte e con la riduzione dei casi Covid, adesso è il momento di recuperare il ritardo non solo degli esami dì screening ma anche dì tutti gli esami di diagnostica precoce delle altre malattie oncologiche non sottoposte a programmi organizzati. Lo stesso appello è stato fatto dal governatore della Campania, Vincenzo De Luca, che ieri ha dichiarato: «Dobbiamo evitare che ci sia di nuovo un ingolfamento dei nostri ospedali, perché dobbiamo cominciare a preoccuparci degli altri pazienti, non solo di quelli Covid. E soprattutto dobbiamo riprendere in grande stile il lavoro di prevenzione, gli screening oncologici e tornare, anche dal punto di vista sanitario, ad una situazione di normalità».