Tu sei qui: Salute e BenessereCyclette sul fondo del mare di Castellammare: la ricerca dei medici del Cardarelli e della Marina Militare USA
Inserito da (Redazione Costa d'Amalfi), lunedì 24 giugno 2024 08:14:49
Cyclette a 15 metri di profondità per testare il corpo dei subacquei che fanno attività fisica in profondità, controllando i gas nel sangue e lo stato dei polmoni. È questo il nucleo di un progetto di ricerca sullo stress da compressione e decompressione nei subacquei, che ha visto la partecipazione di medici anestesisti del Cardarelli e che è stato condotto dal Dipartimento di Scienze Biomediche dell'Università di Padova e finanziato dall'Office of Naval Research della Marina Militare degli Stati Uniti.
Per il Cardarelli presenti i medici del Dipartimento di Anestesia e Rianimazione diretto da Antonio Frangiosa; in particolare sono stati presenti sull'imbarcazione ed hanno supportato il progetto in ogni sua componente: il medico iperbarico Mariano Marmo e gli anestesisti Vincenzo Maffei e Rosario Cifali.
La sperimentazione, organizzata da Gerardo Bosco, direttore del Master di Medicina Subacquea e Iperbarica dell'Università di Padova, che si è svolta nei giorni scorsi nelle acque di Castellammare di Stabia, prevedeva immersioni parallele condotte sia su apneisti che su subacquei con autorespiratore. Le immersioni si sono tenute a 15 metri e a 40 metri di profondità.
In alcuni di questi tuffi i subacquei hanno pedalato per 10 minuti su bike posizionate sul fondo del mare, mentre venivano effettuati su di loro esami strumentali polmonari, cardiologici e prelievi arteriosi e venosi prima, durante e dopo le immersioni, con lo scopo di valutare i livelli di gas nel sangue. I campioni ematici raccolti presso il cantiere subacqueo sono stati conservati, alcuni a temperatura ambiente ed altri a temperatura di -80°C, presso la Biologia Molecolare afferente all'Ematologia con Trapianto del Cardarelli, diretta da Alessandra Picardi, a cura delle biologhe Assunta Viola e Simona Maria Muggianu.
Gli studi sperimentali hanno dimostrato che non sempre il corpo umano sott'acqua si comporta come sarebbe prevedibile dagli scienziati in base alle conoscenze sul funzionamento dell'organismo sulla terra. I dati raccolti saranno utilizzati per indagare i meccanismi di adattamento fisiologico all'immersione subacquea e per sviluppare nuovi metodi per il monitoraggio dei subacquei. La sperimentazione condotta rivelerà infatti informazioni preziose per tutelare la salute e la sicurezza dei subacquei e la prevenzione degli incidenti in immersione.
La ricerca è stata affiancata a livello internazionale dalla Duke University, dall'University of Maryland e dall'University of St. Andrews.
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