Tu sei qui: Lavoro e FormazioneItalia, Ocse: "I giovani andranno in pensione a 71 anni"
Inserito da (Redazione Nazionale), mercoledì 13 dicembre 2023 19:09:40
di Norman di Lieto
Non è un segreto che nel nostro Paese ci sia un serio problema previdenziale, soprattutto per le generazioni future.
A confermare questo timore - mai troppo preso sul serio - arriva l'Ocse con il suo Rapporto Pensions at a glance in cui si evidenzia come in Italia per chi entra oggi ne mercato del lavoro, il 'miraggio' della pensione arriverà al compimento dei 71 anni.
Siamo quelli che hanno l'età più alta tra i paesi Ocse, dopo la Danimarca.
Nel Rapporto: "Pensions at a glance" l'Ocse spiega che il dato è legato all'aspettativa di vita.
"Per chi entra ora nel mercato del lavoro, l'età pensionabile normale raggiungerebbe i 70 anni nel Paesi Bassi e Svezia, 71 anni in Estonia e Italia e anche 74 anni in Danimarca.
Nel 2023, l'età pensionabile legale in Italia è di 67 anni, in forte aumento dopo le riforme attuate durante la crisi finanziaria globale. Ma l'Italia "garantisce un ampio accesso al pensionamento anticipato, spesso senza una penalità".
Dal Rapporto si evidenzia come sia in crescita anche il dato sull'aliquota media di contribuzione effettiva per le pensioni che nei paesi Ocse è del 18,2% del livello salariale medio nel 2022, con l'Italia che invece 'vanta' la quota obbligatoria più alta, il 33%, a seguire la Repubblica Ceca con il 28% e la Francia con il 27,8%.
"I paesi con tassi di contribuzione più elevati - spesso lo hanno fatto per prestazioni pensionistiche superiori alla media (come nel caso di Francia e Italia). Ma, è vero altresì che un livello più elevato di aliquote contributive potrebbe danneggiare la competitività dell'economia e una riduzione dell'occupazione totale".
In Italia - sempre secondo quanto si evince dal Rapporto Ocse, nel 2025 la spesa per pensioni raggiungerà il 16,2% del Pil, la percentuale più alta tra i paesi Ocse.
La media Ocse nelle previsioni per il 2025 è al 9,3% mentre per l'Ue a 27 sarà all'8,5%. Secondo le previsioni dell'Ocse la spesa in percentuale del Pil in Italia salirà fino al 17,9% nel 2035 per poi ripiegare.
Un altro dato che era emerso già anche dagli studi Istat sulla povertà assoluta nel nostro Paese e che aveva certificato come fosse passata - in un ideale passaggio di testimone - dagli anziani ai giovani: Ocse conferma come il reddito medio delle persone di età superiore ai 65 anni in Italia "è leggermente superiore a quella della popolazione totale" (al 103%) mentre è in media inferiore del 12% nell'area Ocse (all'88%) anche se al momento il tasso di occupazione nella fascia tra i 60 e i 64 anni in Italia è al 41% a fronte del 54% nell'area Ocse.
L'Italia è uno dei nove paesi Ocse - si legge - che vincolano il pensionamento legale per età con la speranza di vita:
"In un sistema contributivo tale collegamento non è necessario per migliorare le finanze pensionistiche, ma mira a evitare che le persone vadano in pensione troppo presto con pensioni troppo basse e per promuovere l'occupazione".
Poi la doccia gelata per le giovani leve del nostro Paese:
"Per chi comincia a lavorare ora intorno ai 22 anni si prevede con l'aumento dell'aspettativa di vita che si vada in pensione a 71 anni ma che si abbia un importo della pensione rispetto allo stipendio al momento del ritiro di circa l'83% a fronte del 61% medio dell'Ocse".
Un Paese vecchio, che dà una prospettiva disarmante per i suoi giovani.
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