Tu sei qui: Flusso di CoscienzaTrovato morto Simon Gautier, il giovane 27enne francese disperso in Cilento
Inserito da Massimiliano D'Uva (admin), lunedì 19 agosto 2019 11:12:06
Sono iniziate questa mattina presto le operazioni per il recupero del corpo senza vita del giovane francese Simon Gautier, trovato ieri sera in una zona di Belvedere di Ciolandrea, nel comune di San Giovanni a Piro, in provincia di Salerno.
A darne notizia è l'ANSA che riassume la vicenda trattata già ieri sera da tutta la stampa, nazionale ed internazionale.
Quello che vorremmo far risaltare, in verità dall'inizio di questa vicenda ma abbiamo atteso l'epilogo sperando fino alla fine di ritrovare Simon vivo, è l'assurdo sistema italiano di soccorso.
Già dalla pubblicazione della telefonata al 118, da cui si evincono i pochi mezzi a disposizione delle operatrici, è chiaro che, probabilmente, se siete in difficoltà e avete con voi il cellulare è meglio chiamare il 112: Ecco di seguito la trascrizione.
Operatore 118: "Pronto 118 della Basilicata, con chi parlo e da dove ci chiama".
Simon: "Non so, mi potete aiutare. Sono caduto, ho due gambe rotte".
"Da quale città chiamate?".
"Non so dove mi trovo, mi potete localizzare".
"Non vi possiamo localizzare, siete in casa, per strada, da solo?".
"In realtà sono in campeggio, o meglio sto camminando da solo".
"Da dove è partito, lei come si chiama?".
"Sono Simon Gautier, sono francese".
"Lei è caduto in una scarpata o in pianura?".
"No, in scarpata, mi potete aiutare?".
"Mi sa dire la zona, Basilicata o in Campania".
"Sono partito questa mattina da Policastro verso Napoli".
"Quindi da Policastro verso Napoli, ma su che strada?".
"All'inizio c'era un sentiero poi l'ho perso".
"Ora provo con i carabinieri a localizzare il cellulare. Tenga libero il suo cellulare. Va bene".
"Si,si".
Tante polemiche già sul ritardo dei soccorsi (il primo elicottero si è alzato in volo solo 28 ore dopo la richiesta di aiuto lanciata da Simon, ndr) ma la domanda che tutti si sono posti è la seguente: quale è il motivo per cui i soccorritori, dalla loro centrale operativa, non sono in grado di individuare il punto da cui il ragazzo ha chiamato il 118 con il suo cellulare?
Quotidianamente la nostra privacy viene, con il nostro consenso, violata migliaia di volte. Facebook, Google, Microsoft e tanti altri "profilatori" digitali conoscono la nostra posizione, sanno vicino a quali locali o nelle prossimità di quale negozio ci troviamo per consigliarci al meglio quale prodotto acquistare o in quale ristorante mangiare. Possibile che nell'era delle iperconnessioni, per una emergenza del genere, non siamo in grado di geolocalizzare una persona bisognosa di aiuto?
E' il paradosso che oggi raccontiamo in questa tragedia e che con buone probabilità si sarebbe potuto evitare. A farlo presente è l'Eena, l'Associazione Europea per il numero unico di emergenza che ha sottolineato come "questo ragazzo avrebbe potuto essere salvato se l'Italia avesse preso delle semplici misure prima".
La soluzione a cui i tecnici dell'Eena fanno riferimento è la tecnologia aml (advanced mobile location), che permette di geolocalizzare le chiamate da rete mobile mediante sistema gps, delimitando l'utente in uno spazio molto più preciso, che può variare da pochi metri a diversi chilometri, più precisa dell'attuale tecnologia utilizzata dall'Italia di almeno 4000 volte (l'area circoscritta dalla cella è stata di 143 chilometri quadrati).
Costo dell'implementazione del sistema: pochi milioni di euro.
Simon forse poteva essere salvato, ma evidentemente il governo italiano è troppo impegnato a chiudere i porti, ad evitare l'aumento dell'IVA che a pensare alla sicurezza dei cittadini sul proprio territorio.
Per approfondimenti ecco le nostro fonti: Ansa.it - Il Fatto Quotidiano
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