Tu sei qui: Flusso di CoscienzaRavello, l'eredità di Domenico De Masi non può essere dimenticata
Inserito da (Admin), lunedì 29 luglio 2024 10:52:59
Era il 1986 quando l'ingegnere Giuseppe Mormile, fresco di diploma all'Istituto Tecnico "B. Focaccia" di Salerno, fu presentato al Professor Domenico De Masi, allora fondatore e presidente della società di consulenza e formazione S3 Studium. L'incontro avvenne presso l'Hotel Giordano di Ravello, grazie al prof. Vincenzo Palumbo, proprietario dell'albergo e protagonista della storia recente della Città della Musica. Da quel momento, si instaurò un legame profondo e duraturo, fatto di collaborazione professionale e amicizia personale.
De Masi, con la sua scuola di specializzazione in scienze organizzative, stava organizzando un evento presso la Chiesa della SS. Annunziata a Ravello e aveva bisogno di una ditta che curasse la parte tecnica. Fu in questa occasione che iniziò il rapporto tra Mormile e De Masi, una "chimica" immediata che si consolidò attraverso difficoltà, momenti indimenticabili e animate discussioni. Come Mormile stesso ricorda, non si poteva essere amici del Professore De Masi senza almeno un litigio, che spesso rafforzava ulteriormente il legame.
"Fin da subito, l'incontro con il Professore mi ha cambiato" racconta Mormile. De Masi, con il suo stile unico, era capace di spiegare concetti complessi con una semplicità disarmante. Parlava dell'evoluzione del turismo, dell'importanza di un festival, della necessità di un auditorium a Ravello e delle possibilità di trasformazione del mondo. Era un precursore, sempre un passo avanti nel prevedere l'evoluzione della società e dei sistemi.
Coloro che hanno avuto il privilegio di passare del tempo con De Masi ne sono usciti arricchiti dalle sue parole e idee. Non è un caso che Ravello lo abbia onorato con la cittadinanza onoraria: per lui, Ravello era una seconda casa e una delle sue creazioni più importanti.
Recentemente, Claudio Gubitosi, fondatore del Giffoni Film Festival, ha voluto omaggiare De Masi intitolandogli una sala. Gubitosi, prima di tutto, era un amico del Professore e una persona che non dimentica.
Oggi, Mormile scrive il suo pensiero seduto sulla sedia di Mimmo, donatagli da Susi, la moglie del Professore. Quella sedia su cui De Masi studiava, pensava, e si connetteva col mondo, dove probabilmente ha scritto il suo celebre "Ozio creativo".
"In questo momento di riflessione" conclude Mormile, "ricordiamo che uomini come De Masi hanno reso il presente migliore. Grazie, Professore. Grazie, Mimmo, amico mio."
Fonte:La prima estate senza il "Professore" di Giuseppe Mormile - Il Vescovado
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