Tu sei qui: Flusso di CoscienzaLe parole hanno conseguenze: "The Donald"
Inserito da (Admin), lunedì 11 gennaio 2021 18:43:34
Parole O_Stili (Tempo di lettura 4' minuti)
Era maggio del 2017 e l'associazione Parole O_Stili pubblicava su YouTube il video del Manifesto della comunicazione non ostile (guarda il video nella versione completa di tutti i media cliccando a fine articolo). Solo 6 mesi prima Donald Trump era stato eletto 45° Presidente degli Stati Uniti d'America.
In un frame di quel video il protagonista è un dinosauro-politico (con le sembianze di Trump 😱) e la canzone in sottofondo recita così: "E che dire di chi incita e scatena violenza, senza sentirsi mai responsabile. Credo non abbia del tutto compreso che ciò che comunichiamo è la nostra vera essenza".
L'Associazione Parole O_Stili è stata profetica? 😜
La loro risposta è no.
Lo stile comunicativo di "The Donald" era noto. Il New York Times, ad esempio, aveva già pubblicato la famosa lista con tutte le persone, i luoghi e le cose che aveva insultato via Twitter durante la sua campagna elettorale.
Sono le due pagine pubblicate sul New York Times il 24 ottobre 2016.
E da quel 2016 ad oggi gli insulti, le fake news e le aggressioni dell'attuale Presidente non si sono più contati.
La loro risposta è sì.
In tante occasioni si poteva contenere l'irruenza del Presidente ma si è scelto di non farlo. Le motivazioni che hanno portato le big tech a non prendere provvedimenti sono tantissime e di varia natura. Dalla libertà di parola, all'importanza dei cittadini di conoscere le idee e lo stile comunicativo del Presidente degli USA, passando per l'impossibilità di prevedere un'escalation di violenza di queste proporzioni.
Ed è così che, quattro anni dopo, il mondo si è ritrovato ad assistere all'assalto di uno dei parlamenti più importanti del pianeta, conclusosi con la morte di 5 persone.
A seguito di questi sanguinosi eventi, molte piattaforme social hanno preso delle decisioni drastiche nei confronti di Trump, accusato di continuare a sobillare i suoi sostenitori:
- Twitter ha sospeso a tempo indeterminato l'account
- Facebook lo ha sospeso almeno fino al passaggio di consegne con il Presidente eletto Biden (20 gennaio)
- Snapchat, Twitch e Tik Tok lo hanno sospeso fino ad un nuovo avviso
- YouTube ha eliminato il video pubblicato il 6 gennaio nel quale si riferiva ai rivoltosi con queste parole: "Go home. We love you - (Andate a casa. Vi amiamo)"
È la schermata dell'account Twitter di Trump, sospeso definitivamente lo scorso sabato.
E lo è perché i fattori da considerare sono tanti:
Dopo questo lungo elenco, al quale si possono ancora aggiungere tantissime voci, l'unica cosa di cui siamo certi è che questi episodi hanno obbligato semplici utenti, esperti del settore, studiosi, giornalisti e politici a iniziare una riflessione strutturata sul tema delle conseguenze della violenza verbale online e della diffusione delle fake news.
Le posizioni attualmente sono molto variegate ed è per questo che nella newsletter di Parole O_Stili hanno voluto raccogliere alcune di quelle che, a loro parere, aggiungono un pezzettino al puzzle molto complicato della questione.
Valigia Blu | "Deplatforming" Trump: la giusta decisione di Facebook e Twitter di bloccare gli account del presidente uscenteTrump.
Il Riformista | Trump bannato dai social, giusto o no? Rispondono gli esperti
Francesco Costa | Cosa bisogna pensare della decisione di Twitter? La risposta istintiva è quasi sempre sbagliata. (VIDEO)
Agi News | "Bannare Trump dai social non serve e crea un precedente", dice l'esperto.
Corriere della Sera | «Ma adesso i social mettano ai potenti paletti più stringenti. Altrimenti paghino»
Tlon | Il mondo di Trump e le ragioni dei complottisti
Concludono la narrazione condividendo una riflessione che Luciano Floridi, professore di filosofia ed etica dell'informazione a Oxford, ha rilasciato a Martina Pennisi sul Corriere della Sera:
Dobbiamo riprenderci le chiavi di casa. Adesso sono nelle mani di queste aziende e dobbiamo rivolgerci a loro per sistemare quello che non funziona. Le aziende devono essere responsabilizzate [...] La disintermediazione che ha dato a Trump la possibilità di rivolgersi a chiunque esiste, ma passa per una nuova mediazione fatta di algoritmi che non può essere regolamentata come quella vecchia. È come se dovessimo fare una sorta di costituente di un mondo che si sta materializzando sotto i nostri occhi. Bisogna intervenire con fermezza dal punto di vista etico e giuridico [...]
Ed è anche per tutto questo che Parole O_Stili continuerà con ancora più convinzione a divulgare, attraverso il Manifesto, comportamenti rispettosi e civili affinché la Rete diventi un luogo accogliente e sicuro per tutti.
Curiosità
È arrivato il momento di iniziare a seguire Parole O_Stili anche su Tik Tok?
Essì, dopo l'apertura del canale abbiamo anche pubblicato il primo video.
A darci una voce e un volto c'è Ginevra Rollo, giovane studentessa di Heritage Studies all'Università di Cambridge.
1 principio , 1 quadro, 1 video: si strutturerà così il progetto che prenderà forma in questa iniziale vita del nostro account.
Per ricevere la newsletter di Parole O_Stili e conoscere "Il Manifesto" della Comunicazione "non ostile" visitatel il sito web ufficiale https://paroleostili.it/
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