Tu sei qui: Economia e TurismoThe Washington post, titolo shock "Senza gli americani, i lavoratori della Costiera Amalfitana stanno scivolando nella povertà"
Inserito da (Admin), domenica 26 luglio 2020 15:42:45
AMALFI, Italia - Per 15 anni, ha lavorato nella cucina di un resort di lusso, supervisionando le lavastoviglie, mantenendo gli ingredienti riforniti, assicurandosi che gli ospiti nelle camere da 1.200 euro a notte potessero ordinare spaghetti alle vongole a qualsiasi ora." Inizia così l'articolo pubblicato da "The Washington Post" e firmato da Chico Harlan e Stefano Pitrelli che raccontano la storia di Ninfo Falcone.
Stando a quanto raccontato sulla testata americana questa estate avrebbe pochi ospiti, costringendo l'albergo per cui ha lavorato ad operare con pochissimo personale.
Ninfo Falcone, 43 anni, "starebbe lottando con la disoccupazione, ma, utilizzando i suoi risparmi, avrebbe costruito una piccola serra, comprando maiali e conigli da allevare e, occasionalmente, prendendo un carico di verdure da vendere in città."
Ora chi legge e non conosce la Costiera Amalfitana immagina una storia di povertà e di degrado.
Per quanto questa estate sia diversa dalle altre e, per certi versi, meno "ricca", attualmente sono diverse le strutture che, partite sotto organico, cercano personale. La notizia che i colleghi americani non hanno trovato, forse per la fretta di chiudere l'articolo e mettere in risalto l'importanza dei ricchi turisti americani per la Costa d'Amalfi, è che in molti si sono ricollocati rendendo difficile adesso la copertura dei ruoli che avevano lasciato. In tanti hanno riscoperto la ricchezza della nostra terra, coltivando l'oro giallo, lo sfusato amalfitano IGP, oppure hanno approfittato delle opportunità date dallo smart working e dalle nuove tecnologie (social compresi).
"Sono passato dal lavoro in hotel a cinque stelle a coltivare un pezzo di terra", avrebbe dichiarato Falcone agli inviati che poi definiscono un "quasi paradiso" la Costa d'Amalfi .
I giornalisti poi fanno delle dichiarazioni molto forti. Secondo loro, "operando dietro le quinte di questo paradiso terrestre, cucinando i pasti e lavando lenzuola, gli operai della Costiera Amalfitana rappresentano ora un doloroso esempio di ciò che può accadere quando i confini si restringono, i viaggi internazionali crollano e i turisti provenienti da paesi hot spot - in particolare gli americani - sono congelati".
Secondo sempre l'articolo poi la disoccupazione sarebbe esplosa in tutti i paesi della Costa: "il personale di hotel e ristoranti che si era abituato a coppie in luna di miele, magnati e star di Hollywood, sta oggi scivolando nella povertà. Alcuni si appoggiano ai parenti per chiedere aiuto o si arrampicano per trovare alternative. Altri, nella più profonda disperazione, si sono rivolti a enti di beneficenza e municipi locali per distribuzioni di cibo."
L'articolo continua con un susseguirsi di dichiarazioni più o meno corrispondenti al vero e con "storielle" che mal rappresentano la realtà del nostro territorio, fatto soprattutto di aziende sane e solide che non possono essere etichettate come "hotel o ristoranti che offrono posti di lavoro in nero o con salari ridotti".
Questa mattina abbiamo incontrato Nicola Vollaro, 64 anni e protagonista della storia del lavoratore stagionale troppo vecchio per lavorare e troppo giovane per andare in pensione, che ci ha descritto alcuni singolari aneddoti. La situazione, ci ha raccontato Vollaro, è davvero senza precedenti: "I lavoratori si stanno arrangiando come possono e si accontentano anche di paghe più basse. In alcune aziende però vengono assicurati per un part-time e invece lavorano l'intera giornata e non è affatto giusto. In questo momento la categoria è più coesa ma, quando c'è bisogno di protestare, è sempre difficile riuscire a mettere insieme 50 persone quando, solo in Costiera Amalfitana, siamo più di 6500 noi stagionali."
Insomma questo articolo proprio non lo meritava la Costa d'Amalfi. Prendiamo quindi le distanze da questo tipo di giornalismo che vuole sembrare d'inchiesta ma che di fatto prova ad incrinare la fiducia tra aziende e lavoratori. Mettere in cattiva luce un intero comparto solo per dire che gli americani sono fondamentali per la ripartenza ci sembra davvero di cattivo gusto.
Per chi ha voglia e pazienza ecco il link dell'articolo pubblicato sul "The Washington Post": With American tourists banned from Italy, Amalfi Coast workers are sliding into poverty
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