Tu sei qui: Economia e Turismo«Restauratori volontari cercasi!», “Coraggio Salerno” chiede alla Provincia di ritirare bando “squalificante”
Inserito da (Maria Abate), venerdì 2 aprile 2021 11:48:56
Lunedì 24 marzo, la Provincia di Salerno ha pubblicato un avviso esplorativo per manifestazione di interesse al fine di acquisire la disponibilità di restauratori a titolo gratuito con cui realizzare uno o più progetti di restauro di opere d'arte momentaneamente collocati presso i depositi dei siti museali dell'Ente.
Nell'avviso si legge: "Le proposte progettuali e la realizzazione degli interventi non dovranno comportare oneri per l'Ente e pertanto saranno realizzate a cura e spese del restauratore".
Una condizione che ha indignato gli attivisti di "Coraggio Salerno!" che, in un comunicato stampa, dichiarano: «Ci si trova davanti ad una chiara manifestazione di quello che, per gli enti locali, è il ruolo marginale che la cultura deve avere: il patrimonio culturale della Provincia di Salerno è ampio, ma per tutelarlo si sceglie di non spendere soldi. In altre parole, si sceglie di non retribuire col giusto compenso un professionista, ma di sfruttarlo in maniera volontaria, per fini che non hanno nulla di solidale, come le opere di volontariato prevedono».
«Questa richiesta - denunciano gli attivisti - squalifica una intera categoria fatta di professionisti più che specializzati, i quali, spesso, hanno già affrontato percorsi di studio costosi. Per quale motivo un giovane dovrebbe intraprendere gli studi per diventare restauratore (lo ripetiamo, un professionista specializzato) se il mercato che lo attende è basato su un modello di lavoro gratuito, occasionale, o "flessibile", vale a dire precario? Cosa aspettarsi dal futuro se è addirittura un ente pubblico a non riconoscerne la professionalità?».
«Mi rendo conto che vanno chiariti alcuni passaggi fondamentali - ha replicato Michele Strianese, Presidente della Provincia - come pure va rimarcato che stiamo parlando di un semplice avviso esplorativo e non di un bando, come qualcuno erroneamente ha riportato. Mi spiace anche che una importante categoria di lavoratori del mondo della cultura, i restauratori, possa aver letto con amarezza un avviso che non prevedeva indennità adeguate alla professionalità. Vorrei quindi spiegare bene il contesto».
«Solo lo scorso anno - ha spiegato - il Governo italiano ha ratificato in via definitiva, dopo la firma del 2013, la "Convenzione di Faro" che impegna i suoi partecipanti a riconoscere il patrimonio culturale come diritto e elemento fondamentale per lo sviluppo umano e la qualità della vita. Aderendo a questa Convenzione, i Paesi partecipanti non solo si impegnano affinché l'eredità e la partecipazione al patrimonio culturale sia un diritto di tutti, ma anche a tutelare lo stesso patrimonio. Ovvio quindi che sono necessari adeguati sostegni economici perché si possa concretizzare tutto questo, altrimenti si scivola nel regno delle chiacchiere. Ma, grazie alla legge Delrio, per il proprio patrimonio culturale le Province hanno zero risorse. Per fortuna che c'è la Regione Campania, l'unica che ci è stata vicina attraverso la SCABEC spa (Società Campana Beni Culturali) con la quale abbiamo siglato un importantissimo protocollo d'intesa per la gestione e valorizzazione del nostro patrimonio culturale».
«Vorremmo poter dire che questo è un caso specifico, occasionale, del territorio salernitano, ma purtroppo è la cartina tornasole di un modo di vedere il lavoro culturale, che da troppi anni dilaga nel nostro Paese. Scuola, università, ricerca e beni culturali sono il salvadanaio dello Stato, pronto ad essere rotto quando serve trovare fondi da spendere in altro, causando precarietà e dequalificazione di interi settori, che solo a parole vengono definiti strategici per l'Italia», osservano i membri di Coraggio Salerno.
«La provincia ha cercato di difendersi, sostenendo che si tratta di un "Avviso Esplorativo" e non di un bando. Noi chiediamo che il bando venga immediatamente ritirato; oppure, che venga modificato specificando che le spese dovranno essere a carico dell'Ente e prevedendo il giusto compenso per chi verrà selezionato: il lavoro si paga!», chiosano.
(Foto copertina: Pixabay)
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