Tu sei qui: Economia e TurismoNapoli, nel centro storico limitazioni all’apertura di nuove attività commerciali. È polemica
Inserito da (Redazione Costa d'Amalfi), venerdì 28 luglio 2023 09:29:55
"Vogliamo che il centro storico di Napoli, patrimonio UNESCO, luogo della nostra identità, venga salvaguardato e tutelato. Per questo occorre anche una più attenta regolamentazione delle attività commerciali".
Lo dichiara il sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, spiegando di essersi confrontato con la Regione, la Sovrintendeva e con le associazioni di categoria.
"Abbiamo individuato alcune aree alle quali saranno applicate limitazioni all'apertura di attività alimentari e di somministrazione. Uno stop a nuove friggitorie e spritzerie. - prosegua il sindaco - Il turismo è una grande risorsa ma anche un processo delicato, che va governato, evitando fenomeni che possano modificare la natura e le caratteristiche della città. Nel 2022 siamo stati la sesta città d'Italia per movimento d'affari legato al turismo. Chi viene qui lo fa per l'offerta commerciale e ricettiva diversificata e ampia ma anche per la ricchezza sociale e culturale del nostro centro storico. Non possiamo perdere questo equilibrio, altrimenti rischiamo di perdere anche la nostra capacità di attrarre".
Il presidente di Confesercenti Campania Vincenzo Schiavo, vicepresidente Nazionale con delega al Mezzogiorno, ha commentato così la delibera che limita l'apertura di nuove attività commerciali: "La delibera del Comune riguarda tutta la somministrazione, quindi non solo i bar o le pizzerie, per i quali già c'erano state alcune proteste da parte dei residenti, ma anche gelaterie, pub, ristoranti, trattorie ecc... Parliamo, dunque, di un'ampia fetta di imprenditori che non potrà più aprire questo tipo di attività, investendo nel centro storico di Napoli. Confesercenti Campania è critica nei confronti di questa delibera e non perché intende tutelare chi ha già un'attività commerciale, eliminando la concorrenza, ma perché si tratta di un limite allo sviluppo dell'economia e allo stesso indotto per la città. La concorrenza, sana e leale, peraltro, ha sempre migliorato la qualità dei servizi e delle attività. Impedire, d'ora in poi, la nascita di nuove pizzetterie, punti food o panetterie, ma anche di attività volte alla produzione di alimenti, oltre a bar, ristoranti e pub, significa depauperare la città di occasioni di lavoro, di economia, con l'effetto di intaccare il livello, oggi altissimo, raggiunto dalla eno-gastronomia napoletana. Abbiamo chiesto al Comune di Napoli , dal momento che era fermo su questa posizione, di fare almeno un check da qui a 6 mesi-1 anno, per renderci conto di quante difficoltà ci sono state nella città per poi eventualmente rivedere il provvedimento. Questa delibera -sottolinea il presidente -limita l'economia di Napoli anche sotto altri profili: le attività oggi sono tutte nuove o vanno a rinnovarsi sulla spinta della concorrenza e della domanda, sempre imponente, dei turisti che affollano il centro storico di Napoli. Turisti che si sono abituati ad una qualità imprenditoriale di altissimo livello che non si trova in altre città. A Napoli c'è fermento, c'è il boom turistico che incoraggia anche i giovani imprenditori a investire, nel Centro Storico in particolare. E lo fanno accedendo anche ai vari finanziamenti, in modo da avere e creare nuove opportunità lavorative e commerciali. Con questo provvedimento del Comune speriamo di non trovarci- ma è quello che temiamo- tra 1 o 2 anni in una preoccupante staticità imprenditoriale, effetto dell'assenza sopravvenuta di interesse a voler investire nel centro storico".
"Nel contempo -conclude Vincenzo Schiavo- abbiamo chiesto, come Confesercenti, al Comune di poter dare almeno la possibilità, a chi vuole investire in altre aree della nostra città, di usufruire di incentivi, che vanno dalla velocità di ottenere licenze alla sburocratizzazione sino al taglio di qualche tassa, in modo da spingere l'economia anche in altre zone di Napoli"
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