Tu sei qui: Economia e TurismoLavoratori del Turismo Costiera Amalfitana sul piede di guerra: «Nel Decreto Rilancio ci sono vizi che ci penalizzano»
Inserito da (Maria Abate), giovedì 14 maggio 2020 18:19:21
Non sono soddisfatti del Decreto Rilancio i Lavoratori del Turismo a tempo determinato della Costiera Amalfitana, secondo cui nel testo normativo ci sarebbero dei "vizi che persistono in maniera lampante e che penalizzano ancora una volta la categoria dei lavoratori a tempo determinato".
Il primo problema si riscontrerebbe nei codici Ateco, di cui molti non sono contemplati dalla norma, "per finire poi ai vari cavilli che si insinuano tra un articolo e l'altro per far sì che non sia possibile percepire un solo euro dal nuovo stanziamento".
"Il Covid sta continuando a danneggiare le tasche dei lavoratori, i quali si vedono defraudati del lavoro e ancora una volta del sussidio che gli spetterebbe di diritto, se non fosse per due assurdi codici e una dicitura, quella di "stagionale", non pertinente alla loro posizione lavorativa e che a tal proposito impedisce loro davvero la sopravvivenza", ha detto a Positano Notizie Eva Anastasio Torre, una dei responsabili dell'operativo dell'Associazione locale.
Nell'articolo 89, in materia di lavoratori danneggiati dall'emergenza epidemiologica covid-19, sono contemplati gli "stagionali" di tutti i settori non percettori ad horam dell'ammortizzatore sociale Naspi e che "involontariamente" - si legge - hanno perso il lavoro. "Quanto c'è di involontario in un rapporto a tempo determinato che ne decreta la cessazione in una data stabilita?", si chiede il direttivo. Infatti, in un tessuto economico come quello della Costiera che è quasi totalmente incentrato sul turismo, esistono lavoratori che non rientrano nella definizione di "stagionali" di cui parla lo Stato, ma che svolgono comunque un mestiere dipendente dal turismo (che adesso è in crisi) a tempo determinato.
Nell'Articolo 98 si dettano le Disposizioni in materia di Naspi e Dis-Coll. Tra i vari punti si legge che potranno percepire un prolungamento della Naspi soltanto coloro che l'hanno interrotta nel periodo compreso tra il primo marzo e il 30 aprile 2020. Escludendo di fatto tutti coloro che l'hanno terminata a febbraio.
"In un rapporto di lavoro a termine nel periodo che va da aprile ad ottobre, la naspi finisce a Febbraio - spiega Eva Anastasio -. La Naspi è un ammortizzatore sociale che viene remunerato per la metà dei mesi lavorati. Facendo due conti... Novembre, dicembre, e gennaio... Sono 90 giorni di Naspi tondi tondi... E così sono fuori dal sussidio anche questi ultimi stagionali".
"A mio avviso ci troviamo di fronte al decreto non del rilancio, ma del lancio nel fosso, da cui i lavoratori a tempo determinato, con moltissima difficoltà riusciranno a risalire la china, tenendo conto che le aziende non si assumeranno le responsabilità di prendere personale, con il rischio di essere multato a causa di un rischio di contagio... Né, credo, si prenderanno la briga di modificare i codici di pertinenza, perché è andata sempre così. Pertanto, "fin che la barca va, lasciala andare" cantava la Berti, ma questo, a confronto dell'affondo del Titanic, non è niente, poiché intere famiglie si troveranno a breve a chiedere l'elemosina", afferma Anastasio.
La conseguenza, chiosa, è che "con ogni probabilità potremmo trovarci dinanzi a episodi di microcriminalità inarrestabili. Tutto questo perché? Perché i vari Dpcm hanno tutelato soltanto alcuni e tagliato completamente fuori mille altri".
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