Tu sei qui: Economia e TurismoIn Costa d’Amalfi quattro ombrelloni per lido secondo Inail, Sib chiede maggiore autonomia decisionale
Inserito da (Maria Abate), giovedì 14 maggio 2020 09:43:59
Di Andrea Bignardi (Tratto da "L'Ora di Cronache" del 14 maggio)
«Di questo passo rischiamo di non aprire proprio». Non usa mezzi termini il responsabile provinciale del Sindacato Italiano Balneari Alfonso Amoroso all'indomani della pubblicazione delle linee guida da parte dell'Inail per quanto concerne lo sviluppo della balneazione nella prossima stagione estiva. Le misure sono giudicate, infatti, eccessivamente restrittive e non rispettose delle particolarità di molti territori della nostra regione e provincia.
Proprio sulla base di questo documento è scaturita la levata di scudi dei balneatori che hanno pensato di richiedere, a livello regionale, maggiore autonomia nelle decisioni da adottare, anche alla luce dell'imminente pubblicazione delle linee guida del comitato tecnico scientifico che, a differenza di quelle dell'Inail, saranno obbligatorie da seguire.
In vista della pubblicazione delle direttive del Comitato tecnico-scientifico, l'Inail ha varato delle linee-guida per la prossima stagione balneare: le considera valide?
«Quelli dell'Inail sono dei suggerimenti. Dovremo seguire le direttive nazionali. In ogni caso, mi sembrano troppo stringenti».
Quali sono le motivazioni alla base del suo giudizio negativo?
«È praticamente impossibile aprire le nostre attività, in buona parte del territorio salernitano, con queste restrizioni: ci saranno sicuramente delle modifiche da apportare. Il governo non può legiferare dall'alto se non conosce le peculiarità dei nostri territori».
Il pensiero corre subito alla Costa d'Amalfi, dove ci sono spiagge già di per sè particolarmente strette e a rischio assembramento.
«Proprio in quella zona abbiamo strutture balneari con quaranta ombrelloni: stando alle nuove direttive dovrebbero contarne addirittura quattro. Anche nella stessa Pontecagnano il litorale è ormai da anni completamente eroso: rischia di restare una sola fila di ombrelloni. Siamo però ancora ottimisti per il fatto che quelli dell'Inail sono suggerimenti ma non è detto che rispecchino pienamente quelle del comitato tecnico-scientifico».
Come mai insieme ai colleghi del Sib avete richiesto una maggiore autonomia decisionale da parte delle regioni?
«Sicuramente le istituzioni regionali conoscono meglio le particolarità del territorio e potranno fare delle scelte maggiormente ponderate. Nel frattempo noi della categoria non ci stiamo fermando, stiamo continuando a fare appello alle istituzioni affinché correggano il tiro rispetto a quella che è la potenzialità di varare delle disposizioni eccessivamente restrittive».
Quali sono i punti del documento che maggiormente la lasciano perplesso?
«Non capisco perché se il protocollo Covid prevede nelle attività commerciali e per strada il rispetto della distanza interpersonale di un metro, i suggerimenti Inail fanno riferimento addirittura ad una distanza di cinque metri tra gli ombrelloni negli stabilimenti balneari. È una misura eccessiva soprattutto alla luce del fatto che la spiaggia, come affermato da numerosi virologi, è un luogo maggiormente sicuro proprio perché all'aria aperta e caratterizzata da una temperatura elevata che dovrebbe avere un qualche effetto nel mitigare la carica infettante del virus».
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