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Se è vero che immunizzare la propria azienda, significa garantire una maggiore sicurezza sia per i dipendenti che per i clienti, è anche vero che i titolari non possono imporre il vaccino perché è facoltativo.

Il Garante della Privacy ha precisato la propria posizione sulla condivisione delle informazioni vaccinali sul luogo di lavoro: i dati sanitari sono sensibili e non possono essere divulgati. Il datore di lavoro non può chiedere ai propri dipendenti di fornire informazioni sul proprio stato vaccinale né può pretendere di visionare un documento che comprovi l'avvenuta vaccinazione anti Covid-19. E in linea a ciò, non potrà chiedere al lavoratore di mostrare il green pass dal 15 giugno.

Il datore non può nemmeno ottenere l'elenco dei vaccinati dal medico competente, l'unico autorizzato a trattare i dati sanitari dei lavoratori «nell'ambito della sorveglianza sanitaria e in sede di verifica dell'idoneità alla mansione specifica».

E se il datore di lavoro non può chiedere informazioni sullo stato di vaccinazione, a maggior ragione non può pretendere impedire ai dipendenti di lavorare se essi non si siano vaccinati, ribadisce il Garante. Il datore di lavoro dovrà limitarsi ad attuare le misure indicate dal medico competente nei casi di giudizio di parziale o temporanea inidoneità alla mansione cui è adibito il lavoratore.