Tu sei qui: Economia e TurismoBar chiuso a Bologna, ex dipendenti rivelano: «Chiesti orari spezzati, 1.300 euro sono lordi e includono 13esima e 14esima»
Inserito da (Redazione Costa d'Amalfi), mercoledì 6 luglio 2022 17:04:38
In questi ultimi giorni ha attirato l'attenzione dei media il caso del Caffè Terzi, storico bar situato in piazza Aldrovandi, a Bologna, costretto a chiudere per mancanza di personale. I titolari del locale offrivano un contratto a tempo di indeterminato con stipendio netto di 1.300 euro al mese. Eppure, nonostante la cifra, di nuovo personale nemmeno l'ombra.
Ma secondo due ex dipendenti, la cifra di 1.300 euro compererebbe tredicesima, quattordicesima e Tfr (trattamento di fine rapporto). "Sono lordi e spesso non veniva rispettato l'orario di lavoro", hanno raccontato due ex dipendenti a ilfattoquotidiano.it.
Caffè Terzi offre effettivamente un V livello del contratto del Turismo, che però prevede per un full time da 40 ore settimanali uno stipendio lordo mensile da 1.412,51 euro per 14 mensilità più il trattamento di fine rapporto. Circa 1.150 euro netti al mese, cifra inferiore a quella dichiarata da Terzi alla stampa. Ma soprattutto, racconta l'ex dipendente, le mensilità sono solo 12: "Nei 1.300 euro mensili sono incluse la 13esima, la 14esima e anche il Tfr per i primi sei mesi e Terzi successivamente obbliga a mettere il Tfr in un fondo pensione perché non vuole che venga lasciato in azienda. Per percepire mensilmente 13esima e 14esima, l'azienda obbliga il dipendente a firmare un foglio dove è in sostanza il lavoratore a dichiarare di volerle di riceverle in busta". Perché questa modalità? Perché includendo gli istituti aggiuntivi nella retribuzione mensile, dunque diminuendo le mensilità annuali da 14 - come dal Ccnl del Turismo - a 12, il netto mensile si alza.
Un altro ex dipendente racconta: "Ho fatto un breve colloquio al termine del quale mi è stato prospettato un contratto di apprendistato di formazione da tre anni con il V livello di inquadramento del CCNL del Turismo e relativo stipendio tabellare", racconta ailfattoquotidiano.it.
"Il chiosco era aperto sette giorni su sette e veniva gestito con gli stessi dipendenti che prestavano servizio sia in via Oberdan che in piazza Aldrovandi, un solo lavoratore per turno", prosegue. Non solo: "Da contratto sarebbero 40 ore settimanali spalmate in 6 giorni lavorativi con uno di riposo. Spesso però l'orario stipulato non veniva rispettato e, anzi, veniva esplicitamente richiesto già in fase di colloquio di essere disponibili per un orario di lavoro su più turni, il classico spezzato", spiega.
Contattato per una replica da ilfattoquotidiano.it, Manuel Terzi ha spiegato: "E' vero, noi chiediamo ai nostri collaboratori, prima di assumerli, di poter pagare loro 13esima e 14esima spalmate sui 12 mesi per nostra strategia aziendale, per stare tranquilli e "in pari" con tutti, e per farlo il consulente del lavoro sostiene che dobbiamo avere l'autorizzazione dei lavoratori. Stesso discorso vale per il TFR".
Rispetto al capitolo flessibilità e straordinari, Terzi spiega: "Non mi pare che venga richiesta disponibilità a farli, ma posso sbagliare. Potremmo averlo forse chiesto a qualcuno ma non ricordo. Però fino a ora non c'è stata necessità. E' un lavoro su turni, sì, per forza: dobbiamo gestire due locali e solamente un ragazzo per turno lavora al chiosco. E sì, chiediamo disponibilità e flessibilità, ci servono per gestire il lavoro e i turni in modo che lo staff non sia sovra/sotto dimensionato rispetto il lavoro".
Infine, alla domanda se non abbia mai pensato ad aumentare l'offerta retributiva per trovare personale: "Non trovo una strada ponderata assumere uno sconosciuto subito a quarto livello. Come non assumiamo mai, e mai abbiamo assunto, al sesto livello perché ci parrebbe un po' troppo "sminuente", altrettanto ci parrebbe un po'avventato assumere subito quarto livello, ma comunque fanno presto ad arrivare al gradino superiore lavorando con noi".
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