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Un docente universitario di 67 anni - che aveva già insegnato in Georgia e North Carolina e che aveva fatto domanda all'University of Nevada venendo scartato - ha fatto fuoco all'interno del campus con un fucile d'assalto: il motivo potrebbe essere questo diniego ad aver poi spinto Anthony Polito a uccidere 3 persone e ferendone una in maniera piuttosto grave.

Il terrore all'University of Nevada a Las Vegas è iniziato nella mattinata di mercoledì: quando la stessa Università ha pubblicato un messaggio invitando gli studenti ad evacuare dalla zona e, quasi contemporaneamente, la polizia ha annunciato in un post su X di essere impegnata a rispondere ad una "sparatoria nel campus": un campus capace di accogliere oltre 30mila studenti.

Dopo circa quaranta minuti la polizia ha annunciato il killer era stato "individuato" ed era "morto".

La sparatoria è iniziata mentre centinaia di ragazzi si trovavano nei giardini del college per un evento, solo l'intervento tempestivo della polizia ha evitato una carneficina:

"Se non fosse stato per le azioni eroiche di uno degli agenti che hanno risposto, ci sarebbe stato un numero impensabile di vittime", ha detto ancora lo sceriffo.

Joe Biden ha condannato in una nota:

"Ultimo orribile episodio di violenza delle armi", ribadendo ancora una volta, l'appello al Congresso a rafforzare i controlli e bandire la vendita delle "armi da guerra", i fucili d'assalto.

Quell'appello che rivolse, appunto al Congresso, a fine marzo, quando sempre in una scuola americana, una donna uccise 6 persone.

Una battaglia vana, finora, quella intrapresa dal presidente americano sin dall'inizio del suo mandato, se si guarda ai numeri di assoluta emergenza che arrivano dagli Usa.

Solo quest'anno, infatti, negli Stati Uniti c'è stato il maggior numero di sparatorie di massa dal 2006.

Con questa di Las Vegas numero totale è arrivato a 39, superando il record precedente 36 nel 2022, e le vittime 200, senza contare i killer che si suicidano dopo aver compiuto il loro massacro.

NdL