Tu sei qui: CronacaLe preoccupazioni dei cittadini ucraini residenti in Italia
Inserito da (Admin), giovedì 24 febbraio 2022 22:04:00
24 febbraio 2022, non siamo ancora del tutti usciti dalla pandemia che i venti di guerra hanno iniziato a soffiare in Ucraina con l'attacco questa mattina da parte dell'esercito russo.
Abbiamo ricevuto in redazione uno scritto da parte di una cittadina ucraina, Olga, da più di 7 anni residente in Italia che pone alcuni interessanti interrogativi. Assieme al testo alcune immagini, foto e video, che fanno ben comprendere lo stato d'animo di chi sta vivendo questo incubo.
"Non sono italiana, non sono Europea, il mio passaporto ha un colore blu scuro e sopra c'è lo stemma giallo che si chiama Tryzub. È un passaporto ucraino. Esatto, quel paese che pochi giorni fa è stato praticamente cancellato in mondovisione da una persona il cui nome già conosciamo. Questo paese è quasi mio coetaneo, è nato un anno prima di me, nel 1991. Ora riuscite ad immaginare qualcuno che all'improvviso possa dirvi "tu non esisti o non sei mai esistito?" E assurdo, eh, ma soprattutto è ingiusto. Di quest'ultima parola ne so qualcosa. Non sono mai stata una patriota del mio paese, mi piace essere coerente, credo fermamente che una persona che decide di lasciare il proprio paese di origine non può essere considerata un patriota. I miei amici e parenti hanno il pieno diritto di pensare diversamente. Aspirando ad un futuro migliore ho scelto di costruire la mia vita fuori dai confini ucraini, che 7 anni fa erano molto diversi. Non mi vergogno di essere un'immigrata, non mi vergogno neanche di essere ucraina. Mi piace chiamarmi cittadina del mondo, sono contro qualsiasi tipo di razzismo ed il patriottismo è un concetto che poco mi appartiene. Cosa significa? Che non amo l'Ucraina? No. Non me ne frega niente di questo paese? Assolutamente No. Mi fa male comunque. Mi fa male vedere un paese in queste condizioni orami da diversi anni, mi fa male pensare che un paese, con tante risorse e capacità, sembra sgretolarsi e ogni anno diventa più piccolo e più debole. Vivo in Italia da ormai 7 anni, quindi la maggior parte dei giorni ragiono come voi che in questo momento state leggendo le mie parole: "tanto è lontanto, cosa può succedere? Tanto non è in Italia e non è neanche in Europa! Cosa ci può fare quella guerra al confine con la Russia? Mica sono problemi nostri , già siamo pieni di guai , dobbiamo pensare alle bollette, alle spese, a noi ..." non vi posso dare torto. Abbiamo ragione, il mondo è egoista ed ognuno fa bene a pensare a se stesso. Purtroppo però devo constatare che abbiamo sbagliato. Per l'ennesima volta l'egoismo e menefreghismo si sono rivelate tattiche perdenti. Ma soprattutto stamattina abbiamo anche imparato a cosa porta essere apolitico.
Essere apolitici da il via libera alle menti più pericolose e perverse del mondo. Quando mi parlavano delle guerre mi sembrava una cosa così lontana, un concetto poco comprensibile, poco chiaro. Sembrava che non mi appartenesse, che la guerra non fosse più di moda. Insomma c'è chi ancora fa la guerra nel 2022? E invece questo pericolo c'è sempre stato. Qui dietro la porta, sul suolo europeo. Mentre scrivo queste righe mio padre (cittadino ucraino) si trova attualmente nella mia città natale, continua a inviarmi gli aggiornamenti sulla situazione. Le foto, i video, dei bombardamenti, degli attacchi, delle lunghe file di persone che stanno aspettando chissà cosa fuori ai negozi e ai supermercati. L'ultima notizia è "stanno chiedendo a tutti i cittadini di non lasciare le case e non usare gli ascensori". Mantenere la calma, ma la calma ormai è un'altra parola sconosciuta. Stamattina ho chiamato mia cugina Kateryna , che si è svegliata assieme a suo figlio Illia e suo marito Ivan dal rumore di un bombardamento. Hanno distrutto un aeroporto militare che si trova nelle vicinanze. Il piccolo Illia ha solo 6 anni e mentre mia cugina preparava la valigia il piccolo Illia ha chiesto "mamma, ma riuscirò ancora a vedere la mia Ucraina piena di colori e non di fumo grigio?" Ha solo 6 anni. Preso il necessario mia cugina è partita, hanno preso anche il loro gatto, Neo, certo, come si fa ad abbandonare un membro della famiglia? Sono partiti... ma per andare dove? "Intanto partiamo" ha detto Ivan, poi si vedrà. Camminiamo. Ovviamente mia madre e mia zia (entrambe cittadine italiane) li aspettano qui, dove è più sicuro per il momento. Anche io gli ho subito detto che devono venire in Italia, ma non è così semplice. Ivan avendo solo 32 anni, se la situazione non cambia, sarà chiamato alle armi, lo stesso succederà a mio padre. "Noi, non ci nasconderemo. Andremo a combattere." Erano le loro parole. Solo lacrime, solo dolore. Solo terrore. Combattere con chi? Contro chi? A quale scopo? Insomma ma c'è ancora chi fa la guerra nel 2022?"
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