Tu sei qui: CronacaIl Vaticano contro il ddl Zan chiede modifiche al Governo: «Viola il Concordato»
Inserito da (Maria Abate), martedì 22 giugno 2021 11:46:38
Il Vaticano si schiera contro il ddl Zan e chiede formalmente al governo italiano di modificarlo.
È stata infatti consegnata all'ambasciata italiana presso la Santa Sede una nota a firma del Segretario vaticano per i rapporti con gli Stati monsignor Paul Richard Gallagher, in cui si legge che il disegno di legge contro l'omofobia viola l'accordo di revisione del Concordato tra Stato e Chiesa.
Si tratta di un atto senza precedenti perché mai, finora, il Vaticano era intervenuto per contestare una legge ancora da approvare, esercitando le facoltà previste dai Patti Lateranensi.
Secondo il Vaticano, il Ddl Zan viola la libertà di organizzazione garantita alla Chiesa Cattolica dall'articolo 2, commi 1 e 3, perché, secondo il testo in discussione al Senato, le scuole cattoliche non sarebbero esentate dall'organizzazione della futura Giornata nazionale contro l'omofobia. E più in generale, si esprimono timori per la "libertà di pensiero" dei cattolici, che rischierebbero conseguenze giudiziarie nell'esprimere le loro convinzioni.
Prima di ora, la Conferenza Episcopale Italiana si era già fatta sentire contro la legge nel giugno 2020, quando aveva sostenuto che «Esistono già adeguati presidi con cui prevenire e reprimere ogni comportamento violento o persecutorio». Inoltre, la CEI, riunitasi il 26 aprile scorso, aveva scritto in una nota: «Una legge che intende combattere la discriminazione non può e non deve perseguire l'obiettivo con l'intolleranza, mettendo in questione la realtà della differenza tra uomo e donna».
Approvato dalla Camera il 4 novembre 2020, il disegno di legge Zan contro l'omotransfobia si intitola «Misure di prevenzione e contrasto della discriminazione e della violenza per motivi fondati sul sesso, sul genere, sull'orientamento sessuale, sull'identità di genere e sulla disabilità» e prende il nome da relatore, il Dem Alessandro Zan.
Il testo prevede la reclusione fino a 18 mesi o una multa fino a 6.000 euro nei confronti di chi commette o istiga ad atti di discriminazione. E prevede anche il carcere da 6 mesi a 4 anni nei confronti di chi istiga o commette violenza, o per chi partecipa a organizzazioni che incitano a discriminazione o violenza.
Il testo, che si compone di 10 articoli, prevede l'estensione dei cosiddetti reati d'odio per discriminazione razziale, etnica o religiosa a chi compia discriminazioni verso omosessuali, donne, disabili.
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