Tu sei qui: Territorio e AmbientePositano e Praiano proiettate verso una Scuola senza Zaino
Inserito da (Maria Abate), venerdì 7 febbraio 2020 10:17:41
L'Istituto Comprensivo Statale "L. Porzio" di Positano e Praiano è entrato a far parte della Rete Nazionale Scuole Senza Zaino, un Modello di Scuola che parte dal gesto simbolico dell'eliminazione dello zaino dal corredo scolastico degli studenti.
Sabato 8 febbraio nell'incontro pubblico "Parliamo di Senza Zaino: un modello per la comunità", che si terrà, dalle 9.30 alle 11.30 presso la sede centrale di Positano, si parlerà del progetto con la cittadinanza con la dottoressa Marzia Nieri, formatrice senior e componente del Gruppo Fondatore Senza Zaino.
Sarà un'occasione importante per approfondire insieme il tema dell'attuale sfida educativa, alla luce dei bisogni dei bambini, in una società in continua trasformazione. In Italia, così come in altre parti del mondo, i bambini e i ragazzi vanno a scuola con uno zaino simile a quello usato dagli escursionisti, dovendo portare a scuola e riportare a casa il proprio materiale di lavoro.
Eppure, se ci si pensa, la cosa non avviene per i lavoratori adulti, che trovano normalmente i propri strumenti del mestiere sul posto di lavoro. Lo zaino, tra l'altro, non è uno strumento inventato per la scuola; il vocabolario Devoto-Oli ne dà questa definizione: "Sacco di tela robusta rinforzato e munito di cinghie per essere portato a spalla, sia da soldati che da alpinisti, escursionisti, gitanti, ecc.".
Pertanto lo zaino richiama alla mente l'idea di un viaggio verso un luogo sconosciuto, estraneo, se non ostile, impervio, non umanizzato. Nell'improprio uso che se ne fa a scuola, rimanda al pensiero di un posto in cui si è di passaggio, quasi in visita, per affrontare il quale, è necessario possedere un bagaglio a mano pesante, munito di molti attrezzi che consentono di fronteggiare prove, controlli, ostacoli. La sua pesantezza, in effetti, è data per lo più dall'enorme quantità di carta (bianca o stampata) che esso trasporta e che ben rappresenta l'immagine di una scuola formalistica, libresca, nozionistica.
Partendo da questo concetto, il Modello SZ si è affermato in molte scuole italiane e, nel 2018, è stato catalogato come best practice in una ricerca sulle didattiche innovative promossa dall'OECD dal titolo "Teachers as Designers of Learning Environments", curato da A. Paniagua e D. Istance.
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