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«Ben venga l'iniziativa della città in fiore, ma non si possono lasciare abbandonati tutti i vicoli in condizioni decrepite. Il dubbio che mi viene è che in queste scale e vicoli che mi conducono a casa e che da decenni restano in questo immutato stato, forse non si può intervenire perché sono sotto l'egida controllo della Sovrintendenza...».

A scriverlo nel gruppo facebook "La voce degli amalfitani" è un cittadino, che ha commentato un nostro articolo riguardo il nuovo concorso "Amalfi, Città in fiore", atto a valorizzare il patrimonio urbano utilizzando piante e fiori.

Il cittadino si riferisce ai vicoli e alle scale a cui si accede dal Supportico Rua, un cunicolo imbiancato dalla volta a botte completamente coperto da edifici sovrastanti, che anticamente era parte di un "bagno arabo". «Un lusso che soltanto pochi privilegiati potevano allora permettersi, poiché la dotazione di locali appositi attrezzati per queste funzioni igieniche richiedeva accorgimenti tecnici sofisticati per l'approvvigionamento idrico e soprattutto per gli impianti di riscaldamento dell'acqua e della produzione di vapore», scrive Alberto White.

Risalente al XIII sec., il Bagno arabo di Amalfi faceva parte di una Domus aristocratica medievale, tra i cui resti ricordiamo volte a crociera, rocchi di colonne e capitelli classici e medievali.

Oggi le pareti del supportico si presentano in molti punti degradate, perdendo il fascino antico che l'intonaco bianco dava alla testimonianza di un glorioso passato.

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