Tu sei qui: Salute e BenessereSanità, 220 milioni di euro in più per il Sud
Inserito da (Redazione Nazionale), venerdì 1 dicembre 2023 19:53:06
Più soldi al Sud per la sanità: sono, per la precisione, 220 milioni di Euro che arrivano grazie allo spostamento dalle regioni del Centro-Nord al Meridione in virtù dei nuovi criteri di riparto utilizzati quest'anno per la prima volta.
Un "passo importante", lo definiscono dal ministero della Salute.
Grazie al nuovo Fondo sanitario nazionale (Fsn) per il 2023, la nuova ripartizione deliberata ieri dal Cipess (Comitato interministeriale programmazione economica e sviluppo sostenibile), ha consentito al sud di ottenere questi importanti fondi per la sanità del Mezzogiorno.
Ad illustrate il Fsn 2023 sono stati ieri il Sottosegretario alla Salute, Marcello Gemmato, ed il Sottosegretario di Stato con delega al Cipess, Alessandro Morelli, al termine della riunione del Comitato.
Il Fondo ammonta a 128.005,20 milioni di euro, al netto della somma di 864 milioni destinati al Fondo per il concorso al rimborso alle Regioni delle spese per l'acquisto di farmaci innovativi. E per il 2024 al Ssn andranno ulteriori 5,1 miliardi di euro.
La novità è che questo è il primo anno in cui vengono applicati i nuovi criteri di riparto, approvati nel dicembre 2022 dalle Regioni: i nuovi criteri tengono conto, oltre che della popolazione residente, anche del tasso di mortalità della popolazione under-75 e di altri indicatori come l'incidenza della povertà relativa individuale, il livello di bassa scolarizzazione e il tasso di disoccupazione.
In particolare, i 220 milioni, ha spiegato Gemmato, "saranno suddivisi tra 8 regioni: Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Sicilia, Calabria e Sardegna. E' un risultato importante".
Questa è la buona, anzi ottima notizia.
C'è però anche quella meno buona: dalla revisione della Missione Salute del Pnrr richiesta dal Governo e approvata nei giorni scorsi dalla Commissione Europea, con la nuova versione, secondo Gimbe, si tagliano, rispetto alla formulazione originaria 479 strutture territoriali così divise: 312 case di comunità, 120 centrali operative territoriali, 47 ospedali di comunità.
Si rinuncia inoltre a 25 interventi di anti-sismica.
Secondo il presidente della Fondazione Gimbe, Nino Cartabellotta:
"saranno prevalentemente le Regioni del Centro-Sud a essere penalizzate".
Bene invece l'incremento del target del numero di over-65 da prendere in carico in assistenza domiciliare (che passa da almeno 800 mila a 842 mila) e del numero di pazienti assistiti in telemedicina (da almeno 200 mila a 300 mila).
Di contro, si registra invece la rimodulazione al ribasso del numero di posti letto in terapia intensiva e sub-intensiva di ben 1.803 unità sempre secondo il presidente di Gimbe.
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