Tu sei qui: Salute e BenessereDolore cronico, ne soffrono due adulti su dieci
Inserito da (Redazione Nazionale), domenica 24 dicembre 2023 15:17:44
Una condizione di salute critica permanente che lascia gli stessi pazienti attoniti davanti ad una condizione troppo spesso sottovalutata ma che ha un forte impatto negativo sulla vita quotidiana per chi ne soffre, spesso costretto anche a lunghe assenze dal lavoro.
Una vera malattia di fronte alla quale la metà dei pazienti si sente 'lasciata sola'.
In Italia a soffrire di dolore cronico sono 2 italiani adulti su 10 - pari a circa 9,8 milioni di persone - in particolare donne, ed anche una consistente percentuale di giovani: si tratta di tumori, endometriosi, nevralgie, neuropatia diabetica, fibromialgia, herpes ed esiti da trauma
È quanto emerge dal primo rapporto Censis-Grunenthal: 'Vivere senza dolore'.
Gli italiani che soffrono di dolore cronico di intensità moderata o severa corrispondono al 19,7% degli italiani maggiorenni, cioè due su dieci, con l'86,2% secondo cui risulta fondamentale istituire, nell'ambito del Servizio sanitario nazionale, uno specialista di riferimento per il dolore cronico o un servizio specificamente dedicato, ad oggi assente.
Altissimi i costi sociali legati a questa patologia, pari a 61,9 miliardi di euro l'anno.
Secondo il rapporto, sono allarmanti anche i costi sociali che comprendono le spese a carico dei malati, il costo delle prestazioni sanitarie a carico del Servizio sanitario nazionale, la mancata produttività dei pazienti, i servizi di assistenza di cui necessitano e il 'care' informale: sono stimati in 6.304 euro in media all'anno per paziente.
Le spese private afferenti alla gestione e alla cura della patologia pesano 'molto' o 'abbastanza' sul bilancio familiare per il 66,5% dei malati, e 'molto' (11,1%) o 'abbastanza' (56,7%) negativamente sulla vita quotidiana e sul proprio benessere.
I principali vincoli nella vita quotidiana di chi soffre di dolore cronico moderato o severo, secondo il rapporto, sono: le difficoltà nel sollevare oggetti (per il 60,2% dei malati), fare ginnastica o altro esercizio fisico (59,3%), dormire (50,5%), passeggiare (49,0%), svolgere le faccende domestiche (48,5%).
Ulteriori effetti negativi sulla condizione psico-fisica dei malati sono: il 48,8% avverte apatia, perdita di forze, debolezza, il 38,2% tende facilmente alla commozione.
Per il 40,6%, poi, l'insorgenza della patologia ha avuto conseguenze negative sul proprio lavoro. Il 35,4% ha dovuto mettersi in malattia e il 30,8% ha dovuto chiedere permessi per recarsi dal medico e per effettuare le terapie. Il 62,1% dei malati, peraltro, riesce a tenere il dolore sotto controllo grazie a farmaci, terapie e trattamenti.
Il 36,4% ha la sensazione che persino il proprio medico sottovaluti la patologia, mentre l'81,7% è del parere che il dolore dovrebbe essere riconosciuto come una patologia a sé stante.
Una patalogia da non sottovalutare perché se queste percentuali (il 20% della popolazione adulta) dovesse finanche aumentare, i costi da sostenere per il Servizio Sanitario Nazionale uniti ai costi sociali poi potrebbero diventare di ancor più difficile gestione.
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