Tu sei qui: Salute e BenessereCovid, 19 indagati per epidemia colposa: ci sono anche Conte, Speranza, Fontana e Gallera. Procuratore di Bergamo: "Non potevamo archiviare"
Inserito da (Redazione Nazionale), giovedì 2 marzo 2023 21:44:53
La sentenza della procura di Bergamo è arrivata: epidemia colposa.
E tra i 19 indagati ci sono nomi eccellenti: l'ex presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, il ministro della Salute, Roberto Speranza, il governatore della Lombardia, Attilio Fontana e l'ex assessore al welfare e sanità della regione Lombardia, Giulio Gallera.
Nonostante l'impennata dei contagi tra la fine di febbraio e i primi giorni di marzo e lo scenario "catastrofico" acclarato, non fu istituita alcuna zona rossa ad Alzano Lombardo e Nembro, per altro già pronti a 'isolarsi' per evitare di dover contare oltre 4 mila morti di Covid.
E non fu applicato il piano influenzale pandemico, pur risalente al 2006: mancanza che ha comportato una catena di ritardi e omissioni che avrebbero poi determinato la "diffusione incontrollata" del virus. Una diffusione che in fece salire alla ribalta l'ospedale Pesenti Fenaroli di Alzano, epicentro delle pandemia nella bergamasca dove già, quasi in contemporanea con la scoperta di Paziente 1, erano stati registrati parecchi casi e anche vittime.
Secondo la ricostruzione di inquirenti e investigatori, riportata nell'atto, la mancata istituzione della zona rossa avrebbe causato "la diffusione dell'epidemia" in Val Seriana con un "incremento stimato non inferiore al contagio di 4.148 persone, pari al numero di decessi in meno che si sarebbero verificati" qualora fosse stata disposta dal 27 febbraio 2020 o da Conte o da Fontana. L'allora presidente del Consiglio, invece, assieme ai componenti del Cts, nelle riunioni del 29 febbraio e 1 marzo 2020, si sarebbe "limitato a proporre (...) misure meramente integrative, senza ancora una volta, prospettare di estendere" la decisione già adottata nel Lodigiano, "nonostante l'ulteriore incremento del contagio" e "l'accertamento delle condizioni che (...) corrispondevano allo scenario più catastrofico".
In merito alla mancata applicazione del piano pandemico esistente si imputa a Brusaferro di aver proposto non tanto la sua "attuazione" bensì "azioni alternative, così impedendo l'adozione tempestiva delle misure in esso previste".
Accusa, questa di cui risponde tra l'altro Speranza con gli allora suoi tecnici e, per non aver applicato il piano regionale Gallera e l'ex dg del Welfare Luigi Cajazzo.
"Vorrei ricordare" che quello della pandemia "è stato un momento particolarmente drammatico della nostra storia", c'era "un virus invisibile, oggi c'è quasi una rimozione collettiva su questo, ma ricordiamo che c'era un virus invisibile contro il quale come comunità italiana, come istituzioni abbiamo lottato quasi a mani nude perché siamo stati il primo Paese occidentale colpito e anche più profondamente".
Lo ha detto il leader di M5s Giuseppe Conte replicando a una domanda sull'emergenza Covid al termine del Consiglio nazionale pentastellato. "Non c'era un vademecum - ha sottolineatoConte- e abbiamo costruito un percorso e ritengo di aver agito con la massima umiltà nel confronto con gli esperti, con gli scienziati i quali anche loro non esibivano, almeno nella prima parte della pandemia, certezze". "Ci sono delle verifiche giudiziarie - ha aggiunto - ben vengano: tutta la comunità nazionale ha il diritto che ci siano. Sono assolutamente disponibile - ha detto Conte- a confrontarmi nelle sedi giudiziarie che mi verranno offerte" anche "per rispetto ai familiari delle vittime" di Bergamo" ma "dobbiamo onorare oltre 188mila morti e questa è una ferita che non si rimargina".
Fonte foto: Foto ditorstensimondaPixabay e Foto ditorstensimondaPixabay
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