Tu sei qui: PoliticaUstica, Repubblica intervista Giuliano Amato: "Un missile francese colpì il DC-9"
Inserito da (Redazione Nazionale), sabato 2 settembre 2023 20:42:25
Se dopo la morte del giornalista Andrea Purgatori che più di tutti si batté con tutte le sue forze per ottenere la verità sul caso Ustica: pensare che solo oggi arrivi come un 'fulmine a ciel sereno', l'intervista confessione sul caso da parte di Giuliano Amato al quotidiano: "La Repubblica" che dichiara come il missile che colpì il DC-9 fosse francese.
Una dichiarazione che non poteva non aprire un grande dibattito politico - e non solo - sulla sua confessione: un atto d'accusa esplicito che chiama in causa Parigi e lo stesso Esecutivo di casa nostra.
Una delle prime figure a rilasciare una dichiarazione è Daria Bonfietti, presidente dell'Associazione parenti delle vittime della strage di Ustica, nel commentare le affermazioni di Giuliano Amato a Repubblica sulla responsabilità francese della tragedia del Dc9:
"E ora si mi aspetto che si muovi qualcosa dal nostro Governo e anche dalla Francia".
Il 27 giugno 1980 su quel volo dell'Itavia, precipitato nel mar Tirreno mentre era in volo da Bologna a Palermo, Daria Bonfietti perse il fratello maggiore Alberto.
Da allora per lui e per le altre 80 vittime "grida" forte il bisogno di verità e giustizia.
Come detto, non poteva intervenire, sulla questione la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni che invita l'ex premier a riferire al governo ciò che sa mentre Parigi, da parte sua, fa sapere di aver "già fornito ogni elemento in suo possesso ogni volta che è stato chiesto. Restiamo ovviamente a disposizione per lavorare con l'Italia se ce lo chiederà".
Proprio come indagava da sempre, Andrea Purgatori: Magistratura, parlamento, società civile ci avevano provato a scoprire la verità in 43 anni con decine di migliaia di pagine scritte sulla strage, senza tuttavia che ci sia quella finale, con il nome dei colpevoli.
La ricostruzione di Amato attribuisce la responsabilità alla Francia, "con la complicità degli americani e di chi partecipò alla guerra aerea nei nostri cieli la sera di quel 27 giugno. Si voleva fare la pelle a Gheddafi, in volo su un Mig".
Ma il rais fu avvertito del pericolo da Craxi e non salì su quell'areo; il missile colpì il Dc9 dell'Itavia uccidendo 81 passeggeri.
Da allora, spiega, c'è un "terribile segreto di Stato, o meglio, un segreto di Stati" per nascondere la verità.
Potrebbero scioglierlo la Francia o la Nato.
Da qui l'invito ad Emmanuel Macron a "togliere l'onta che pesa" sul suo Paese: dimostri che la tesi del missile è infondata oppure "si scusi con l'Italia e le vittime".
Anche in Italia però c'è chi ha contribuito a coprire e depistare, accreditando la tesi prima del cedimento strutturale del velivolo e poi quella della bomba a bordo.
Da premier Amato aveva provato a bucare il muro di gomma scrivendo ai presidenti di Francia, Usa e Libia, Chirac, Clinton e Gheddafi, sollecitandoli a fare luce.
Ma senza successo.
E ora che succederà?
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