Tu sei qui: PoliticaSorrento non sia solo una passerella, il Sud torni ad essere davvero protagonista
Inserito da (Redazione Nazionale), domenica 22 maggio 2022 12:14:35
di Norman di Lieto
La due giorni sorrentina è stata l'occasione per vedere riunita tutta la classe politica italiana partendo da Mattarella e Draghi fino ad arrivare ai leader politici di ogni schieramento.
Bene che il Sud torni protagonista nell'agenda politica ma alle parole occorre - sia ben inteso - far seguire anche i fatti.
Non è tempo di ricette miracolose, di #PNRR immaginato come panacea di tutti i mali, né di pensare che una due giorni a Sorrento - in un parterre di primo piano accorso al Forum per il Sud fortemente voluto dalla ministra Mara Carfagna - possa equivalere a una risoluzione dei problemi che affliggono il Sud e, in special modo, quelli della penisola sorrentina e della costiera amalfitana.
Se è vero che il turismo - dopo due anni di pandemia - sta finalmente tornando letteralmente a correre da queste parti, ciò non toglie che puntare solo ed esclusivamente sull'accoglienza turistica è limitante sia per il territorio che per i suoi abitanti. E' motore di sviluppo e portatore di ricchezza ma non può e non deve essere l'unico elemento: puntare su un'economia monosettoriale che poggi le proprie fondamenta solo sul Turismo - e l'abbiamo già visto durante la pandemia - è un modello perdente.
Ergo: non si vive - e non si viva - di solo turismo.
Non lo si può fare per un semplice motivo, la comunità di chi vive sui territori ha necessità di un'economia che si basi anche su settori diversi da quelli dell'incoming.
Diversificazione dei settori produttivi e qualità dell'occupazione sono le chiavi di (s)volta: non tutti possono aprire una casa vacanza, per intenderci, e il dibattito sul lavoro non può essere relegato solo all'ormai stucchevole polemica tra chi dice che non trova lavoratori a causa del reddito di cittadinanza. Sono proprio gli stessi percettori che rispondono a stretto giro di posta, chiedendo agli imprenditori contratti a norma di legge in base ai rispettivi CCNL di categoria.
"Donne, giovani e Sud: il lavoro povero e precario aggrava la questione salariale" è l'ultimo studio Svimez (Associazione per lo sviluppo nel mezzogiorno) che afferma come:
"Tra il 2008 e il 2020 è aumentato da 14,2 a 17,5 punti percentuali il differenziale di tasso di occupazione degli uomini tra Mezzogiorno e Centro-Nord per effetto di una contrazione dell'indicatore sensibilmente più intenso nelle regioni meridionali (dal 61 al 56,6%) rispetto al resto del Paese (dal 75,2 al 74,1%).
Il divario di genere, una questione nazionale, appare sensibilmente più ampio al Sud: nel 2020 il tasso di occupazione femminile è di 24 punti inferiore a quello maschile (a fronte dei 15 punti del Centro-Nord).
L'esplosione del part time involontario (a tempo indeterminato) interessa soprattutto donne e Mezzogiorno; 4 lavoratori a part time del Sud su 5 lo sono "non per scelta".
Eppure, sin dalla prima bozza del Pnrr si parlava proprio di due elementi fondamentali per il mezzogiorno riguardo all'occupazione femminile: aumento delle opportunità di lavoro e incremento dell'occupazione di qualità.
Questi i focus: lavoro che non sia povero e precario con un occhio di riguardo all'occupazione femminile che proprio nel mezzogiorno vive una situazione assai critica.
Le polemiche di questi giorni tra il governatore della Regione Campania, De Luca e la ministra per il Sud, Carfagna sull'inutilità del forum per il Sud secondo l'ex sindaco di Salerno, servono solo ad accendere scintille social e mediatiche destinate a spegnersi nel giro di una giornata.
Occorre invece portare il dibattito sul come realizzare concretamente e portare a termine un reale e visibile sviluppo per il mezzogiorno.
L'opportunità offerta dal Pnrr non sarà il treno della vita ma non prenderlo godendosi tutti i vantaggi di un viaggio verso un nuovo destino, sarebbe delittuoso.
Fonte foto: Governo
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