Tu sei qui: CronacaCampania, Tar accoglie ricorso genitori: 1° febbraio secondarie in presenza. De Luca: «Era già prevista quella data»
Inserito da (Maria Abate), venerdì 22 gennaio 2021 16:05:54
Gli studenti delle scuole medie e superiori dovranno tornare in aula entro il 1° febbraio: è la decisione del Tar Campania in merito a un nuovo ricorso dei genitori contro l'Ordinanza di De Luca. La camera di consiglio per la trattazione collegiale è stata fissata per il 16 febbraio.
Nel frattempo, il presidente della Regione Campania ha affermato: «Noi avevamo un obiettivo che vi avevamo comunicato qualche giorno fa: mentre la valorosa ministra Azzolina continuava a ripetere "Noi apriremo tutte le scuole il 7 gennaio", noi abbiamo deciso di riaprire sulla base della valutazione dello stato dell'epidemia, per garantire condizioni di sicurezza agli alunni, ai docenti e al personale. Per questo, volevamo scavallare il mese di gennaio per verificare l'andamento dei contagi, non per malvagità».
«Siamo arrivati, alla fine, a raggiungere il nostro obiettivo. Il 25 dovrebbero riaprire tutte le classi delle scuole primarie. Naturalmente lasciando un minimo di discrezione ai sindaci», che possono agire secondo le proprie valutazioni in merito alla situazione sanitaria della città che amministrano.
«Ma ci fanno i ricorsi al Tar... E che cosa dice la sentenza? Che dal 1° febbraio cominciamo le attività in presenza nelle scuole secondarie inferiori e superiori. Bene, era quello che volevamo ottenere», ha dichiarato De Luca.
E ha tranquillizzato: «Abbiamo lavorato per potenziare il trasporto e per ora la situazione è buona. Poi bisogna ragionare sugli orari».
«Quando fanno i ricorsi, li fanno prescindendo completamente dalla situazione sanitaria. Come se l'epidemia non esistesse. Ma pensate che non siamo consapevoli dei problemi che si determinano anche con la Didattica a distanza? È necessario considerare che la necessità di riprendere la didattica in presenza va conciliata con quella di garantire la sicurezza...», ha detto il governatore.
E ha fatto degli esempi concreti, menzionando i nomi degli istituti, una quindicina, interessati da contagi e classi in quarantena.
«Quando c'è un alunno positivo naturalmente dobbiamo mettere in quarantena tutta la classe e tracciare i contatti. Ci sono regioni in Italia che quando c'è un positivo in una classe chiudono tutto l'istituto... Quando parliamo di scuola noi dobbiamo considerare queste situazioni che dobbiamo saper controllare, se vogliamo essere persone responsabili. Se si accende un focolaio nelle scuole e non lo sappiamo controllare, la didattica in presenza non riprenderà mai del tutto. Gli alunni sono il principale vettore di contagio nelle famiglie e quindi nelle comunità», ha detto.
Per questo, è stato avviato un accordo con i medici di base per gli screening sul personale scolastico: «Domani dovremmo avere una riunione operativa con i medici per capire effettivamente come utilizzare i 300mila test rapidi che abbiamo a disposizione. Un'ipotesi, la più semplice, sarebbe quella di effettuare i controlli proprio all'interno degli istituti scolastici. Ma ricordiamo che sono test volontari, perché non possiamo obbligare nessuno, pertanto c'è bisogno di collaborazione da parte dei docenti».
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