Tu sei qui: CronacaPordenone, i genitori del ragazzo di 15 anni investito e ucciso: "Per noi perdere Giovanni è condanna a vita"
Inserito da (Redazione Nazionale), martedì 23 agosto 2022 21:35:26
La drammatica morte di Giovanni Zanier giovanissimo ragazzo di soli 15 anni, investito ed ucciso a Porcia sulla pista ciclabile da una soldatessa americana che era ubriaca alla guida della propria auto continua a lasciare strascichi dolorosi per una tragedia che si poteva e doveva evitare.
"Quella donna si è messa al volante completamente ubriaca". Lo ricorda una testimone oculare, che ha rilasciato alla Procura di Pordenone un'inquietante ricostruzione di quanto accaduto sabato notte, poco prima dell'investimento mortale del quindicenne friulano.
Intanto la soldatessa americana Julia Bravo si trova ai domiciliari e durante l'udienza di convalida dell'arresto ha dichiarato:
"Sono distrutta. Mi scuso con tutti, in particolare con la famiglia del ragazzo, per il dolore che ho provocato".
La soldatessa si è poi avvalsa della facoltà di non rispondere ed è ora agli arresti domiciliari nella Base Usaf di Aviano.
"Valuteremo il da farsi nei prossimi giorni", ha dichiarato all'Adnkronos l'avvocato della ragazza Aldo Masserut.
Si terranno giovedì alle 16 nella Chiesa Parrocchiale del Beato Odorico a Pordenone i funerali di Giovanni, mentre domani alle 19 si terrà il rosario.
Barbara Scandella - mamma di Giovanni - afferma: "Voglio assistere al processo, chiedo alle istituzioni di non abdicare rispetto alla giurisdizione italiana. Non mi interessa se qualcuno dice che per questi reati in America le pene sono anche più severe. Gli americani da noi pensano di godere di una specie di impunità. La condanna deve avvenire in Italia e deve essere esemplare. Perdono? Non ce la faccio. Mi rendo conto della giovane età di questa soldatessa, ma nessuno mi restituirà il mio Giovanni a causa della sua condotta: come si fa a mettersi in auto in quelle condizioni?".
Anche la politica concorda: per Debora Serracchiani, capogruppo Pd alla Camera, si deve "perseguire ogni possibilità perché in questi casi i militari Usa che commettono crimini in Italia, qui siano giudicati. Mi auguro che le stesse autorità statunitensi facciano le scelte più giuste". D'altronde, "non ci sono paragoni con la situazione storica in cui sono stati sottoscritti gli accordi internazionali del 1951". Lo sostiene anche il segretario nazionale di Sinistra Italiana, Nicola Fratoianni, indicando che il trattato di Londra del 1951 "si riferisce espressamente a reati avvenuti nell'esecuzione del servizio militare. Che non è certo questo caso, quando si guida una autovettura da ubriaca e si falcia un ragazzino".
Vannia Gara (Lega), sottosegretario alla Transizione ecologica, ha annunciato che chiederà "ai ministri di Giustizia ed Esteri il massimo impegno" perché la soldatessa sia giudicata qui. Dovere di tutti, ora veramente uniti".
I genitori di Giovanni sono stati poi intervistati dal Tg Rai del Friuli Venezia Giulia:
"La signora vada in carcere e non esca più. La mia condanna", l'aver perso un figlio, "me la porterò finche vivo. Non so se lei sarà condannata oppure no, ma la nostra è molto lunga: finché avremo vita la nostra condanna sarà quella".
"Porteremo questo peso fino alla fine dei nostri giorni, la nostra è una vera condanna - ha aggiunto il papà, Sergio - non ce lo restituisce più nessuno nostro figlio e avremo questo dolore per sempre".
La madre poi ha ricordato Giovanni: "Era una meraviglia di figlio, dolce, spensierato. Un ragazzo di 15 anni che doveva vivere la sua vita. Dava tutto se stesso per aiutare chi aveva bisogno. Gli piaceva star fuori con gli amici, andare a dormire dall'uno o l'altro, tutti lo volevano". "Giovanni - aggiunge Sergio - era un ragazzo amabile. A scuola non rendeva molto, ma quando non c'eravamo, si prendeva sempre cura del fratellino".
Fonte foto: Pixabay
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