Tu sei qui: CronacaOggi si celebra la Giornata mondiale contro la violenza sulle Donne, la situazione in Costiera Amalfitana
Inserito da (Maria Abate), mercoledì 25 novembre 2020 10:53:17
Il 25 novembre si celebra in tutto il mondo la Giornata Mondiale contro la violenza sulle donne. È stata l'assemblea dell'Onu nel 1999 a scegliere questa data in ricordo del sacrificio delle sorelle Patria, Minerva e Maria Teresa Mirabal, attiviste del gruppo clandestino Movimento 14 giugno, uccise dagli agenti del dittatore Rafael Leonidas Trujillo in Repubblica Dominicana.
Una piaga, quella del femminicidio, che non accenna a finire, nemmeno in Italia. Secondo i dati del rapporto Eures, sono 91 le donne vittime di omicidio nei primi dieci mesi del 2020, ancora una ogni tre giorni. La coppia continua a rappresentare il contesto relazionale più a rischio per le donne, con 1.628 vittime tra le coniugi, partner, amanti o ex partner negli ultimi 20 anni (pari al 66,2% dei femminicidi familiari e al 48,7% del totale delle donne uccise) e 56 negli ultimi 10 mesi (pari al 69,1% dei femminicidi familiari e a ben il 61,5% del totale delle donne uccise).
«I dati sui dati dei femminicidi ci dicono che il percorso da fare è ancora lungo». Lo ha detto il premier Giuseppe Conte in un messaggio per la presentazione del rapporto "Un anno di Codice Rosso". «A causa delle misure limitative durante l'emergenza Covid abbiamo involontariamente creato profondo disagio che ha contribuito ad un aumento dei fenomeni di femminicidio, triplicati durante il lockdown, arrivando ad un caso ogni due giorni. Anche a fronte di un calo degli omicidi», ha spiegato il premier Conte durante un incontro al Senato sui centri antiviolenza.
Dal 2014, l'associazione CIF (Centro Italiano Femminile) gestisce il centro antiviolenza a Minori, che rappresenta ormai un osservatorio privilegiato sulla violenza contro le donne della Costiera Amalfitana. Un gruppo di lavoro che garantisce regolarmente riservatezza e anonimato; si attiva solo su richiesta delle donne, rispetta le donne e le loro scelte.
In quattro anni di attività sono state accolte 25 donne, prevalentemente italiane (88%), residenti soprattutto a Minori e a Tramonti (28%) o a Maiori e a Ravello (12%). La maggior parte di esse aveva fra i 30 e i 49 anni (80%).
La possibilità di autonomia economica è una componente fondamentale dei percorsi di uscita dalla violenza. I dati raccolti hanno mostrato che solo il 32% delle donne avevano un lavoro; del restante 68%, l'8% avevano un impiego saltuario, il 36% non erano occupate e addirittura il 24% erano casalinghe. La maggior parte di esse, prive di un reddito proprio fisso, ha scelto di convivere (36%).
Le donne in carico hanno subito forme multiple di violenza. L'origine di questi comportamenti è assimilabile: gli aggressori agiscono sempre per esercitare e mantenere controllo e sopraffazione.
In questi anni di attività è emerso che il 55% ha subito un tipo di violenza psicologica, umiliazioni, minacce, insulti, controllo sociale, isolamento, il 19% un tipo di violenza fisica, calci, pugni, schiaffi, il 14% un tipo di violenza economica, controllo o privazione del salario, impegni economici imposti, abbandono economico. Il restante 12% delle donne ha vissuto episodi di stalking, condotte reiterate caratterizzate da minacce, molestie, atti persecutori.
L'equipe di lavoro ha accompagnato le donne nel percorso di emancipazione dalla situazione di violenza puntando al rafforzamento personale con l'acquisizione di strategie di sopravvivenza. Tutte le donne che hanno deciso di essere prese in carico si sono sentite sostenute nella loro storia di maltrattamento o violenza. Nel tempo qualcuna si è allontanata dal servizio, poi, è tornata perché più motivata ad arrivare fino in fondo.
«Non si può ancora aspettare una giornata internazionale contro la violenza sulle donne per parlare di come affrontare il problema, la situazione è più grave di quello che si constata quotidianamente con l'ascolto del numero di femminicidi, perché il problema ha radici molto più profonde nel tessuto culturale e personale di chi li perpetra. Ritengo di estrema necessità, per combattere la violenza sulle donne, l'investimento sulla prevenzione in tutti gli ambiti a partire dalla famiglia, per finire al mondo del lavoro, nonché a quello del linguaggio comunicativo-relazionale», ha detto Maria Citro, Pedagogista nonché assessore alle Politiche Sociali del Comune di Minori.
Contatti Centro Anti Violenza Costiera Amalfitana:
tel.089 853210
email: centroantiviolenzacif@gmail.com
Numero Verde 800592814
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