Tu sei qui: CronacaEmergenza coronavirus, gli appelli all’Italia dei ragazzi della Costa d’Amalfi bloccati all’estero
Inserito da (Maria Abate), giovedì 12 marzo 2020 09:26:59
«Noi vorremmo tornare in Italia e lavorare per il nostro paese. Ma i voli sono chiusi, non possiamo raggiungervi».
A lanciare questo appello sono Giuseppe e Filomena, lui della Costiera Amalfitana, lei di La Spezia, bloccati a Sydney dove risiedono per lavoro.
Con un video (che potete guardare in basso) hanno voluto parlare a nome degli italiani all'estero, esprimere ciò che si prova nell'apprendere che in Patria è tutto fermo, ma nonostante tutto gli italiani provano a sfuggire alle direttive governative.
«Purtroppo, l'italiano medio non ascolta quello che gli dice di fare il governo», dicono. Loro stanno bene ma sono preoccupati per le rispettive famiglie, con cui sono sempre in contatto.
E poi: «Per favore, seguite le direttive del Governo. L'egoismo non risolve i problemi, vi chiediamo di rimanere in casa affinché il contagio possa cessare il prima possibile e possiate ritornare alla vostra vita quotidiana. Noi non vediamo l'ora di poter tornare».
Un altro appello è stato lanciato da Giovanni, anch'egli proveniente dalla Costiera Amalfitana, che è attualmente bloccato in Svizzera con la sua compagna. «Dopo la chiusura di tutti i voli per l'Italia - ha spiegato - ci sono state negate tutte le possibilità di rientro a casa. Ieri abbiamo speso l'intera giornata a cercare alternative di rientro».
«Per quanto giuste e condivisibili, le decisioni del decreto non possono non tenere conto di tutti gli italiani come noi che si trovavano oltre confine. Desideriamo solo rientrare a casa e rispettare tutte le norme del decreto», ha detto.
All'estero c'è anche chi non ha intenzione di tornare per il momento, ma che osserva l'azione del governo del Paese in cui risiede attualmente.
Come Alessandra, anche lei della Costiera amalfitana, che è in Erasmus a Bruxelles e scrive: «Qui ho potuto constatare che non ci sono controlli, restano a guardare senza attuare restrizioni alla circolazione... Finiremo peggio dell'Italia».
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