Tu sei qui: CronacaCaso pandoro e uova di Pasqua: Chiara Ferragni a giudizio per truffa aggravata
Inserito da (Redazione Costa d'Amalfi), giovedì 30 gennaio 2025 09:04:45
Chiara Ferragni, l'influencer di fama mondiale, è stata rinviata a giudizio per truffa aggravata a seguito di un'inchiesta che ha avuto inizio oltre un anno fa. La Procura di Milano accusa Ferragni di aver ingannato i suoi follower e consumatori, facendo credere che il ricavato delle vendite di pandoro natalizio e uova di Pasqua, venduti a prezzi superiori rispetto al mercato, fosse destinato ad aiutare bambini malati di tumore e ragazzi disabili.
Insieme a Ferragni, sono stati citati in giudizio anche il suo ex collaboratore Fabio Damato, Alessandra Balocco, amministratore delegato dell'azienda dolciaria piemontese, e Francesco Cannillo, presidente di Cerealitalia-ID. Ferragni ha commentato la situazione affermando che non credeva fosse necessario un processo per dimostrare la sua innocenza e ha espresso la sua determinazione a combattere contro quelle che considera accuse ingiuste.
I legali della Ferragni hanno già presentato una memoria per chiedere l'archiviazione del caso, sostenendo che l'influencer non ha commesso alcun reato e ha effettuato donazioni per un totale di 3,4 milioni di euro. A dicembre, Ferragni aveva raggiunto un accordo con il Codacons, ritirando la querela dopo aver risarcito i consumatori danneggiati.
Il processo si aprirà ufficialmente il 23 settembre durante l'udienza predibattimentale, dove gli imputati potranno presentare ulteriori prove per cercare di chiudere la vicenda senza un lungo dibattimento. Se il processo dovesse andare avanti, saranno ascoltati testimoni tra cui otto consumatori e rappresentanti di associazioni che sosterranno le accuse.
Le indagini hanno evidenziato come le campagne pubblicitarie legate al pandoro "Pink Christmas" e alle uova di Pasqua abbiano indotto in errore i consumatori riguardo al collegamento tra l'acquisto dei prodotti e le iniziative benefiche. Secondo l'accusa, Ferragni avrebbe ottenuto un profitto ingiusto superiore ai 2 milioni di euro grazie a queste vendite. La situazione rimane quindi tesa e sotto osservazione mediatica.
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