Tu sei qui: CronacaCampania resta zona rossa fino al 3 dicembre, De Luca: «Nessun criterio oggettivo, motivi di politica politicante»
Inserito da (Maria Abate), venerdì 27 novembre 2020 21:54:38
Con il comunicato n.302 il Ministero della Salute annuncia che il ministro Roberto Speranza ha firmato una nuova ordinanza che rinnova, fino al 3 dicembre, le misure per Campania, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Marche e Toscana.
La Regione del governatore Vincenzo De Luca, dunque, rimane in zona rossa, mentre Calabria, Lombardia e Piemonte passano alla fascia arancione e Liguria e Sicilia in quella gialla.
Dopo queste disposizioni appaiono più chiare le dichiarazioni che oggi De Luca ha fatto nella consueta diretta Facebook del venerdì: «La mia opinione resta che le zone siano una buffonata. Per alcuni motivi ci sono ragioni oggettive sulla scelta della classificazione da adottare, per altro questa scelta rinvia semplicemente a motivi di politica politicante. La sanità non c'entra niente».
Nella stessa diretta, infatti, aveva lasciato intendere che anche se le zone non sono un sistema che funziona con efficacia, alcune regioni sono passate in zone a rischio meno alto perché comunicano dati inesatti. Viene da pensare al caso della Calabria, che è passata in zona arancione pur essendo note tutte le difficoltà sanitarie che sta attraversando.
Se la Campania comunica in modo trasparente, ha affermato il Governatore, «in queste ore sta emergendo il fatto che vi sono Regioni in Italia che danno dati falsi in merito alle terapie intensive per abbassare il tasso di occupazione. Ci sono anche regioni che comunicano più tamponi di quelli che vengono fatti per far abbassare la percentuale di contagi. Vi inseriscono anche quelli cosiddetti "rapidi", tanto che nemmeno al Ministero sanno quanti sono i tamponi molecolari e quanti sono i test rapidi effettuati. Per me è una cosa scandalosa. La Regione Campania nel bollettino giornaliero comunica quelli molecolari».
E, dopo l'annuncio di Speranza, il Governatore ha dedicato al Governo un post pregno di ironia.
«Apprendo con viva emozione - ha scritto sulla propria pagina Facebook - la decisione del Governo sulle zone Covid. Noi siamo com'è noto, da sempre, per la linea del rigore e della prudenza. Dunque, esprimo la mia piena condivisione, purtroppo solo virtuale, visto che l'unica zona rossa realmente esistente da noi è la zona dell'aglianico. Tutto il resto è propaganda. I controlli sono pari a zero. Sono in libera uscita tutti, tranne i venditori di pantofole di panno beige».
«Apprezzo tuttavia la coerenza del Governo: solo tre giorni per entrare in zona rossa; ancora tre giorni per uscirne, senza spiegare mai nulla», ha commentato.
E ha aggiunto: «Rinnoviamo intanto la richiesta al Governo di fare un'operazione trasparenza, rendendo pubblici, per tutte le regioni: i dati veri sulle terapie intensive realmente esistenti; i dati chiari e non confusi, sulla tipologia dei tamponi effettuati. Con immutata stima e commossa partecipazione».
Ad essere in disaccordo con i criteri di valutazione delle zone è anche il presidente della Regione Valle d'Aosta Erik Lavevaz, in polemica con la scelta del Governo di non riclassificare la regione in zona arancione, che su Twitter ha scritto: «Ieri abbiamo ricoverato un cittadino Biellese perché tante rianimazioni del Piemonte erano sature. Oggi deduciamo (da Roma non arrivano comunicazioni) che rimarremo zona rossa e ad ora non sappiamo perché. Roma deve darci risposte chiare, questa non è serietà».
Ad ogni modo, si tratta di una disposizione che varrà soltanto fino al 3 dicembre, quando il premier Conte firmerà il nuovo Dpcm con le misure pensate per il periodo natalizio.
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