Tu sei qui: CronacaAssolta dai maltrattamenti la maestra di Amalfi condannata civilmente per le sole lesioni colpose
Inserito da (PNo Editorial Board), lunedì 20 maggio 2024 19:03:00
Una maestra di Amalfi è stata condannata a risarcire una sua ex alunna per lesioni colpose. Lo rivela "Il Mattino" in un articolo a firma di Petronilla Carillo.
Era il 2015, quando i genitori della bambina denunciarono ai Carabinieri di Amalfi i comportamenti vessatori e molesti che la loro figlia, che all'epoca aveva 10 anni, era costretta a subire durante le ore scolastiche all'Istituto Comprensivo "Gerardo Sasso".
La situazione raggiunse un punto critico quando, dopo l'ennesima umiliazione, l'alunna decise di rivolgersi al preside, già informato dai genitori sui presunti maltrattamenti. Il preside aveva già richiamato l'insegnante, avviando un procedimento disciplinare culminato con una sospensione dal servizio per un giorno.
L'episodio che scatenò la denuncia avvenne quando la bambina chiese alla maestra di andare in bagno, un permesso ripetutamente negato. Decisa a non sopportare oltre, la piccola si alzò per uscire, ma la maestra le afferrò il braccio strattonandola e spintonandola affinché si risedesse, vietandole - senza motivo apparente - di andare in bagno.
Nonostante un certificato medico attestasse le contusioni subite dalla bambina, il pubblico ministero nel 2016 chiese l'archiviazione per mancanza di prove.
La difesa dell'alunna, rappresentata dall'avvocato e professore Giuseppe Della Monica, si oppose alla richiesta, ottenendo un supplemento di indagine.
Nonostante una seconda richiesta di archiviazione, la difesa riuscì a far formulare l'imputazione per maltrattamenti e lesioni.
All'udienza del 25 novembre 2019, al termine di un giudizio dibattimentale caratterizzato dall'escussione di molti testimoni, durato oltre due anni, il giudice pronunciò l'assoluzione della maestra, difesa dagli avvocati Francesco Gargano e Arturo Frojo, ritenendo insussistente il reato di maltrattamenti ed escludendo che il certificato medico potesse confermare le lesioni subite.
Il giudice di primo grado, pur riconoscendo la capacità testimoniale della bambina e l'assenza di condizionamenti familiari, concluse che la minore non era credibile.
A seguito della pronuncia di assoluzione, la difesa presentò richiesta di appello agli effetti penali sia alla Procura della Repubblica che alla Procura Generale della Repubblica, che però decisero di non procedere con l'impugnazione.
Di conseguenza, la difesa della parte civile propose appello ai soli effetti civili, sottolineando l'innegabile credibilità della bambina, l'assenza di finalità calunniatorie e la veridicità di quanto riferito.
Ad oggi, dopo una battaglia lunga quasi 10 anni, la Corte di Appello di Salerno, ha confermato l'assoluzione della maestra per i reati di maltrattamenti e lesioni personali, ma ha riformato parzialmente la sentenza ai soli fini civilistici, derubricando il reato di lesioni volontarie in lesioni colpose (ex art. 590 cp).
L'insegnante, quindi, dovrà risarcire l'ex alunna per lesioni colpose, da liquidarsi in separato giudizio civile, e provvedere al pagamento delle spese processuali per entrambi i gradi di giudizio, quantificate in circa 5mila euro oltre IVA e cassa.
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