Tu sei qui: CronacaAllieva marescialla suicida in caserma a Firenze, Beatrice aveva 25 anni. Le accuse della famiglia
Inserito da (Redazione Costa d'Amalfi), giovedì 16 maggio 2024 07:20:39
Si chiamava Beatrice Belcuore la giovane di 25 anni che si è tolta la vita, sparandosi con la pistola d'ordinanza, il 22 aprile scorso, alla Scuola marescialli dei carabinieri di Firenze, dove era studentessa. Faceva parte del Secondo battaglione e stava per completare il secondo anno di corso.
I genitori della giovane hanno scritto una lettera-denuncia, sostenuta dall'associazione sindacale dei carabinieri Unarma, che descrive la sofferenza psicologica della figlia nei giorni precedenti la sua morte:
"Nei giorni precedenti la morte" Beatrice manifestava "un forte stress psicofisico, difatti riferiva alla madre che stava perdendo i capelli e che non ne poteva più di sottostare a quelle ‘regole' poco funzionali e che si insinuavano in ogni ambito della propria vita. Inviava spesso le foto di come era costretta a vestirsi in abiti borghesi per poter avere un paio di ore di svago concesse durante la libera uscita, del fatto che doveva necessariamente tenere i capelli raccolti. Diceva sempre più spesso alla mamma ‘questa scuola mi sta rovinando la vita'. Vogliamo manifestare la nostra totale disapprovazione nei confronti di un sistema costituito da gerarchi inseriti in un contesto che non manifesta valori umani".
Secondo i genitori, Beatrice manifestava un forte stress psicofisico, riferendo alla madre di perdere i capelli e di non poter più sopportare le "regole" poco funzionali che invadevano ogni aspetto della sua vita. Invia spesso foto di come era costretta a vestirsi in abiti borghesi per poter avere un po' di tempo libero durante le uscite concesse, e del fatto che doveva tenere i capelli raccolti. La ragazza si sentiva sempre più oppressa, dicendo alla madre "questa scuola mi sta rovinando la vita".
Alla lettera dei genitori della ragazza ha fatto seguito quella del sindacato Unarma, che ha deciso di pubblicare la missiva. "In risposta alla recente lettera della famiglia di Beatrice Belcuore, la carabiniera che recentemente si è tolta la vita nella scuola allievi marescialli di Firenze come sindacato UNARMA restiamo esterrefatti su quanto contenuto nel documento e dopo un'attenta riflessione abbiamo deciso di renderlo pubblico.
Siamo profondamente toccati dalle parole della famiglia e comprendiamo appieno le loro preoccupazioni riguardo alle circostanze che hanno portato alla tragica scomparsa di Beatrice. Condividiamo il loro desiderio di fare luce su questa situazione e di affrontare il problema dei suicidi tra i membri delle Forze Armate e di polizia con la massima serietà e impegno.
Il sindacato UNARMA si impegna a collaborare attivamente con le autorità competenti e per indagare a fondo su quanto accaduto e per adottare misure efficaci volte a garantire il benessere psicologico e la salute mentale di tutti i suoi membri.
Inoltre, ci impegniamo a lavorare per migliorare il dialogo e la trasparenza tra l'Arma dei Carabinieri, i suoi membri e le loro famiglie, al fine di garantire un ambiente di lavoro più sicuro e sano per tutti".
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