Tu sei qui: CronacaAfragola, organizzano rapina per coprire abusi sessuali: sei arresti tra cui due frati
Inserito da (Redazione Costa d'Amalfi), venerdì 2 agosto 2024 08:26:48
«È con molto dolore che ho avuto notizia questa mattina dell'arresto di due Frati Minori della Provincia Napoletana, di cui uno operante nel territorio diocesano».
Esordisce così la nota dell'arcivescovo di Napoli Mimmo Battaglia riferendosi all'arresto di due frati ad Afragola.
«Il dispiacere e la tristezza - aggiunge Battaglia - non sono causati soltanto dall'apprendere delle infelici vicende in cui i due Frati sono implicati, ma dallo smarrimento e dal turbamento che tale notizia provocherà nel cuore dei fedeli della Parrocchia - Santuario di Sant'Antonio in Afragola in cui uno dei due svolgeva il ministero di Parroco e dell'intera comunità diocesana ferita da quanto accaduto. Nel comunicare a tutti che ho immediatamente provveduto a sospendere il Parroco dal suo ministero voglio esprimere ai fedeli di Afragola e a quanti sono legati per affetto e devozione al Santuario di sant'Antonio la mia personale vicinanza, accogliendone il disorientamento e condividendo con loro la fiducia nel Signore, Pastore Buono, la cui Parola affidabile, giusta e misericordiosa è l'unico fondamento su cui costruire la nostra vita».
Don Mimmo Battaglia conclude invitando «tutti ad avere fiducia nel lavoro della Magistratura e a ricordare nella preghiera coloro che a vario titolo sono coinvolti in questa triste vicenda».
Le indagini condotte dai carabinieri e dalla Procura di Napoli Nord hanno portato all'arresto di due frati e quattro complici, accusati di una rapina avvenuta il 26 aprile ad Afragola, durante la quale le vittime, tra cui un migrante, sono state costrette a subire atti sessuali. La rapina mirava specificamente ai cellulari, sollevando dubbi sul movente.
Tra gli arrestati ci sono il parroco della Basilica Pontificia di Sant'Antonio da Padova, accusato di violenza sessuale, e un altro frate, accusato di rapina aggravata e violenza sessuale. Due giovani sono stati identificati come autori materiali della rapina, mentre una terza persona è accusata di essere l'intermediario tra il frate e l'organizzatore, un uomo legato alla criminalità organizzata.
Le indagini sono state facilitate da intercettazioni che hanno rivelato comunicazioni tra il frate e l'organizzatore della rapina, evidenziando la necessità di eliminare le prove dopo che le vittime avevano inviato una lettera che denunciava gli abusi subiti.
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