Tu sei qui: ChiesaPapa Francesco da Fabio Fazio: «Dimissioni sono una possibilità»
Inserito da (Redazione Costa d'Amalfi), lunedì 15 gennaio 2024 08:49:52
Papa Francesco interviene a Che tempo che fa e dialogando con Fabio Fazio ha parlato, tra le altre cose, della sua salute e sulle possibili dimissioni.
«Non è né un pensiero né una preoccupazione e neppure un desiderio. È una possibilità, aperta, a tutti i Papi, ma per il momento non è al centro dei miei pensieri e delle mie inquietudini, dei miei sentimenti. Nel tempo che io mi sento con capacità di servire vado avanti. Quando non ce la farò più sarà il momento di pensarci».
Il Pontefice è poi intertenuto sull'escalation bellica: «Mi fa paura, perché questo portare avanti passi bellici nel mondo, uno si domanda come finiremo. Con le armi atomiche adesso, che distruggono tutto. Come finiremo. Come l'Arca di Noè? (...) La speranza è come la forza che ci porta avanti. La speranza non delude. (...) Ma siamo noi a fabbricare delle delusioni - tante - che sono criminali. Tutti i giorni io comunico telefonicamente con la parrocchia di Gaza, e mi dicono le cose che succedono... Terribile quello... Quanti arabi morti lì, e quanti israeliani morti. Due popoli chiamati ad essere fratelli, autodistruggendosi l'un l'altro. Questa è la guerra: distruggere. Dobbiamo pensarci a questo».
Rispondendo alla domanda di Fazio su quale sia la riforma più urgente per la Chiesa, il Papa ha detto: «La riforma dei cuori, per tutti i cristiani. Le strutture vanno conservate, cambiare, riformate secondo la finalità. E questo io - oso dire - che anche può essere una cosa meccanica - nel buon senso della parola - ma le strutture vanno sempre aggiornate, usiamo questa parola positiva: cambiare per aggiornare. Ma il cuore va riformato tutti i giorni: cambiare il cuore. E questo è un lavoro di tutti i giorni. Quando noi sentiamo nel cuore qualche cattiveria, l'invidia per esempio, l'invidia che è quel vizio "giallo" - a me piace chiamarlo - è un vizio "giallo" che rovina tutti i rapporti. E dobbiamo pentirci e cambiare il cuore continuamente. E stare attenti: cosa succede nel mio cuore per cambiare. Cambiare il cuore e poi cambiare le strutture. Le strutture vanno cambiate perché la storia va avanti. Le cose che andavano bene nel secolo scorso adesso non vanno bene. Ma la vera libertà è cambiarle, perché non sono cose assolute in sé stesse, sono cose relative al momento storico».
Il Papa è poi tornato sul tema dei migranti. «I migranti sono trattati tante volte come cose. Penso alla tragedia di Cutro, lì, davanti, annegati per respingere. È vero che ognuno ha il diritto di rimanere nella propria casa e di migrare. È vero che in questo momento in Europa sono cinque i Paesi che ricevono più migranti: Cipro, Grecia, Malta, Italia e Spagna. Non chiudere le porte per favore. E anche alcuni di questi Paesi non fanno figli, e hanno bisogno di manodopera. In alcuni di questi Paesi ci sono villaggi vuoti. Una bella politica della migrazione, bella, ben pensata, aiuta anche i Paesi sviluppati come l'Italia, la Spagna ecc. Dobbiamo prendere il problema dei migranti in mano, togliere tutte queste mafie che sfruttano i migranti, e andare avanti nel risolvere il problema sia della necessità di persone nei paesi, sia dell'emigrazione. Migrare è un diritto e rimanere in patria è un altro diritto. Rispettare ambedue».
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