Tu sei qui: AttualitàRiflessioni sulla guerra in Ucraina nel Convegno sulla Pace organizzato dal Forum dei Giovani di Amalfi
Inserito da (PNo Editorial Board), giovedì 23 marzo 2023 08:45:59
Di Gennaro Esposito, presidente del Forum dei Giovani di Amalfi
Sabato scorso, nella splendida cornice degli Arsenali della Repubblica, si è tenuto un convegno sulla pace con il quale è stato analizzato da un punto di vista storico-politico il conflitto russo-ucraino, ribadendo l'urgenza di coltivare la cultura della pace non solo tra i popoli e le nazioni, ma a partire dal cuore dell'uomo.
Al convegno hanno preso la parola, catturando da subito l'attenzione e la simpatia dei presenti, due volti noti della Costa d'Amalfi e non solo: Padre Enzo Fortunato, già portavoce del Sacro Convento di Assisi, ed il Professore Giuseppe Gargano, storico medievalista e presidente onorario del centro di cultura e storia amalfitana.
Il convegno, promosso dal Forum dei giovani di Amalfi, si è aperto con la recitazione a tre voci, da parte dell'associazione culturale Kaleidos, di un testo scritto da Alfonso Minutolo, che ha saputo con le parole trasmettere immagini forti che hanno ripercorso le crudeltà e le atrocità che porta con sé ogni guerra, purtroppo compagna inseparabile dell'umanità nel corso della storia.
Successivamente ha preso la parola Gennaro Esposito - Presidente del Forum dei Giovani di Amalfi - che ha dato il benvenuto e rivolto il suo ringraziamento alle autorità, agli ospiti presenti e a tutti coloro che hanno dato il proprio contributo silenzioso ed indispensabile per la buona riuscita del convegno, con l'augurio che questo evento culturale potesse essere il primo di una lunga serie di momenti di confronto, dialogo e di crescita personale e comunitaria. Il Presidente del Forum dei Giovani ha continuato il suo breve intervento ribadendo che per costruire un mondo di pace occorre incominciare dal "piccolo mondo" nel quale ciascuno è immerso ogni giorno, cercando di essere semplici e umili operai al servizio della Fabbrica della Pace. Ciascuno, infatti, è chiamato ad essere "artigiano della pace" nel quotidiano: valorizzando il dialogo tra le generazioni, necessario per la realizzazione di progetti condivisi; promuovendo l'educazione come fattore di libertà, responsabilità e sviluppo; sostenendo il lavoro, necessario per la piena realizzazione della dignità umana.
Presente al convegno anche il Dott. Daniele Milano - Sindaco di Amalfi -, che onorandoci della sua presenza, ha aperto il suo intervento facendo riferimento all'eterogeneità delle iniziative messe in campo dal Forum dei Giovani, che sembrano ben interpretare le diverse inclinazioni dei soci di questo neonato organismo di partecipazione alla vita ed alle Istituzioni democratiche, che concorre a promuovere il pieno sviluppo della persona umana attraverso una politica attiva del tempo libero e della vita associativa.
Proprio l'apertura all'eterogeneità, richiamata dal Sindaco, potrebbe essere la chiave di svolta per guardare con speranza ad un mondo in cui non si abbia più il timore di vedere in futuro le atrocità e le crudeltà delle guerre, che portano sempre con sé distruzione e dolore, paura e sofferenza.
La Pace, costruita sulle macerie della guerra, non può essere mai definita una vera vittoria. Quando scoppia una guerra, infatti, è sconfitta la storia, è sconfitta la civiltà ed è sconfitto l'uomo che ancora una volta ha preferito, per interessi economico-politici o per ideologie perverse, mettersi al servizio della Fabbrica delle armi e della guerra.
Come sottolineato dal Presidente del Forum dei giovani, ad un anno dall'invasione dell'Ucraina da parte dell'esercito russo, la Pace sembra la grande sconfitta. Forse, però, come sottolinea il Sindaco nel suo intervento, è più corretto definire la Pace come la grande assente.
Un adagio popolare della nostra terra recita infatti così: "il mondo non è mai stato in pace". Se questo è vero, è altrettanto doveroso che ognuno si impegni a mettere da parte interessi personali e nazionali per prediligere sempre ed in ogni circostanza il dialogo, con il quale molte guerre si sarebbero potute evitare o almeno non inasprire.
Dopo i saluti di benvenuto, hanno preso la parola il Professore Giuseppe Gargano e Padre Enzo Fortunato, che, con la propria cultura e le proprie esperienze, sono riusciti a cogliere con i loro interventi il cuore delle domande poste loro da Andrea Galileo, che ha saputo ben inserirsi ed amalgamarsi tra gli interventi degli ospiti.
Il Professore Gargano, che ringraziamo per aver accolto con la sua consueta disponibilità il nostro invito a partecipare al convegno, ha sottolineato da attento studioso e conoscitore della storia come le guerre si siano sempre affacciate "con prepotenza" sull'umanità nel corso dei secoli, soffermandosi sui concetti del bellum iustum e iustum in bello, invitandoci a riflettere come queste due espressioni latine non appartengono solo ad un'epoca lontana ma costituiscono il cuore di domande cruciali che, purtroppo, ci poniamo ancora oggi quando l'ombra della guerra si riaffaccia sull'umanità, imprigionando l'uomo nelle carceri del dolore e dell'incertezza del domani.
Il Professore Gargano, dopo aver sapientemente ripercorso la complessa situazione geo-politica che ha portato all'inasprirsi della guerra in Ucraina, iniziata de facto nel febbraio del 2014 e che dal febbraio 2022 vede fronteggiare le truppe regolari dei due paesi dell'Europa orientale, ha concluso con una ferma e decisa condanna della guerra, che non ha mai veri vincitori. Da ogni guerra, infatti, tutte le parti in essa coinvolte escono sconfitte in termini di perdite di vite umane, di crudeltà perpetrate e di regresso della civiltà.
Concluso l'attento intervento del Professore Giuseppe Gargano, prende la parola Padre Enzo Fortunato, figlio della nostra terra che ha rimarcato il suo forte legame con la Divina Costiera, dove è sempre felice di ritornare. Padre Enzo inizia il suo intervento spiegandoci come è nata in lui l'idea di organizzare un viaggio missionario che lo ha portato a toccare con mano le ferite impresse sui volti e nelle anime delle persone incontrate nella martoriata Ucraina. Padre Enzo prosegue il suo intervento, sottolineando come il pericolo e la minaccia della guerra sono sempre in agguato e come spesso non riusciamo a leggere ed intervenire in tempo quando emergono sullo scenario della storia quei segnali che lasciano presagire che una guerra è alle porte. Dalle parole di Padre Enzo, che ha condiviso con noi le sue esperienze missionarie, è emerso un messaggio che credo sia quello che avremmo dovuto cogliere ascoltando le sue parole dal primo istante. A mio avviso Padre Enzo ha lasciato trasparire che per risolvere una guerra o per evitarne altre c'è bisogno non solo di dialogare, ma è necessario un atteggiamento improntato sull'umiltà, che deve essere vera ed autentica. In particolare sono chiamati all'umiltà i potenti della terra e tutti coloro che hanno responsabilità politiche e di governo delle nazioni, i quali non devono rinchiudersi nelle proprie idee ma devono cercare il confronto ed il dialogo con gli altri.
Spesso sentiamo parlare della necessità di un tavolo di dialogo tra tutte le parti coinvolte nel conflitto che da più di un anno sta devastando il territorio ucraino. A conclusione di questo convegno forse abbiamo maturato una consapevolezza più profonda: è necessaria l'umiltà, perché senza umiltà non è possibile gettare le basi per intessere un sano dialogo, fondamentale per avviare lo "smantellamento" della crudele guerra in corso nel cuore dell'Europa.
La serata si è conclusa con un secondo monologo recitato dall'associazione Kaleidos che, dando voce ad alcune toccanti immagini proiettate in un video preparato dai giovani del Forum di Amalfi, ha sottolineato come la povertà e la disuguaglianza sono spesso il piccolo seme da cui nasce la guerra, devastante e crudele.
Doveroso è un ricordo di tutte le vittime della guerra in Ucraina e di tutti i focolai che da Oriente ad Occidente minacciano il nostro pianeta, che si trova ad essere terreno di una terza guerra mondiale a pezzetti, come spesso ci ricorda Papa Francesco, e l'amara realtà è che, come sottolineato dal Professore Gargano, nella maggior parte dei casi non si tratta di guerre di sopravvivenza, ma di guerre per il dominio. Questo ci lascia molto pensare... L'uomo sembra quasi essere fedele alleato della guerra e della corsa agli armamenti: è una frase forte che vuole scuotere le coscienze di tutti a cambiare non solo rotta, ma a "cambiare strada" perché ad una stessa meta si può arrivare in modi diversi: l'augurio è che si possa raggiungere la pace con un abbandono definitivo delle armi, affinché queste non siano più strumento di offesa che calpesta la sacralità della vita umana.
Tutti gli uomini hanno una vocazione alta, che certamente non è quella di essere schiavi inermi al servizio delle guerre e del denaro. Ciascuno infatti è chiamato sempre a ripudiare la guerra, impegnandosi con discrezione a costruire un edificio di pace, che riconosca le sue fondamenta nella speranza e nell'impegno per il bene comune.
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