Tu sei qui: AttualitàL'Afghanistan a un anno dal ritorno al potere dei talebani dopo il ritiro delle truppe americane
Inserito da (Redazione Nazionale), lunedì 15 agosto 2022 15:55:21
E' passato giusto un anno da quel caotico ritiro delle truppe americane dall'Afghanistan con le scene di disperazione all'aeroporto di Kabul dove genitori disperati chiedevano agli americani di mettere in salvo i loro bambini.
E proprio da quel ritiro frettoloso degli americani dall'Afghanistan, Fox News rivela come la Casa Bianca stia preparando un documento per spiegare le ragioni dell'abbandono di Kabul deciso dall'amministrazione Biden anche per difendersi e rispondere così agli attacchi dei repubblicani che nei prossimi giorni si apprestano a pubblicare un rapporto molto critico su quelle settimane drammatiche.
"Il presidente - si legge nel documento redatto dalla portavoce del Consiglio nazionale Adrienne Watson - non ha voluto mandare un'altra generazione di americani a combattere una guerra che sarebbe dovuta finire molto tempo fa. Portare le nostre truppe a casa ha rafforzato la nostra sicurezza nazionale e ha messo gli Stati Uniti in una posizione migliore per affrontare le sfide del futuro e guidare il mondo", prosegue la funzionaria che ha lavorato per il Comitato nazionale democratico e la campagna presidenziale di Hillary Clinton nel 2016 prima di entrare alla Casa Bianca l'anno scorso. Il documento, inoltre, definisce il rapporto dei repubblicani "di parte" e "pieno di inesattezze".
Querelle a parte tra democratici e repubblicani americani c'è da registrare che la situazione in Afghanistan - a un anno dal ritorno al potere dei talebani - è assai critica.
Dopo il report di Save The Children di cui abbiamo scritto il 10 agosto scorso viene reso noto un nuovo documento sulla situazione in Afghanistan: a firmarlo questa volta è Amnesty International: violenze, violazioni dei diritti umani, promesse non mantenute.
Il lavoro dell'organizzazione mette in evidenza la diffusa impunita' per crimini come la tortura, le uccisioni per rappresaglia e gli sgomberi forzati di coloro che si oppongono ai talebani. Nel documento "Un anno di violenza, impunita' e false promesse", l'organizzazione non governativa rileva che la situazione sul campo e' completamente diversa da quella che i leader talebani avevano anticipato nell'agosto 2021, quando assicuravano che i diritti delle donne sarebbero stati rispettati.
"Si sono impegnati pubblicamente a proteggere e promuovere i diritti umani. Ma la velocità con cui stanno smantellando 20 anni di progressi sui diritti umani e' sbalorditiva", ha affermato Yamini Mishra, direttore regionale di Amnesty International per l'Asia meridionale. "Ogni speranza di cambiamento - ha aggiunto - e' svanita mentre i talebani cercano di governare attraverso una repressione violenta in totale impunita'".
I talebani hanno limitato il diritto all'istruzione, oscurando il futuro di milioni di ragazze afgane, afferma Amnesty International, che avverte ulteriormente che le autorità "sottopongono le donne a violenze crescenti", a volte per punire i loro parenti.
Decine di donne sono state detenute e torturate per aver partecipato a proteste pacifiche per rivendicare i loro diritti, in mezzo a crescenti restrizioni che le hanno private delle loro libertà, descrive l'organizzazione umanitaria.
Secondo un dossier del Viminale nell'ultimo anno, che coincide con il ritorno dei talebani a Kabul, 5.770 cittadini afghani hanno chiesto asilo in Italia, un dato in aumento di quasi il 600% rispetto alle 827 domande presentate tra il primo agosto 2020 e il 31 luglio 2021. Negli ultimi 12 mesi è stata riconosciuta la protezione internazionale a 5.960 afghani (il dato comprende anche decisioni relative a richieste presentate precedentemente), anche queste in forte aumento rispetto alle 1.407 dell'anno prima. La percentuale di riconoscimento è del 96%. In totale 3.649 persone provenienti dell'Afghanistan rientrano nel circuito di accoglienza, di cui 1.899 nei centri e 1.750 nel Sai (Sistema di accoglienza e integrazione).
Fonte foto: Pixabay (Amber Clay & David Mark)
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