Tu sei qui: AttualitàG20, Italia fanalino di coda per i salari reali
Inserito da (Redazione Nazionale), venerdì 2 dicembre 2022 19:08:35
Lo aveva già sancito l'Ocse nel suo studio sugli stipendi europei certificando come gli stipendi in Italia non fossero cresciuti negli ultimi 30 anni.
Oggi a Roma, arriva un'ulteriore conferma sullo stato di salute precario dei 'nostri' stipendi, soprattutto quelli bassi.
I salari reali in Italia hanno perso 12 punti rispetto al 2008, il dato peggiore tra i Paesi del G20: è quanto emerge dal Rapporto sui salari 2022-23 presentato a Roma da ILO - Organizzazione internazionale del lavoro.
Solo nel 2022 a causa dell'inflazione in Italia i salari reali hanno perso sei punti percentuali, oltre il doppio di quanto perso dalla media Ue con il dato che è dovuto anche del declino della produttività.
Guardando solo all'Ue tra il 2008 e il 2022, a fronte del calo delle retribuzioni reali italiane del 12% solo la Spagna ha registrato un calo (-6%), mentre negli altri Paesi c'è stata una crescita (+12% in Germania, +72% in Ungheria).
Il rapporto sottolinea come l'erosione dei salari penalizzi soprattutto le famiglie con i redditi più bassi mentre la produttività in Italia rispetto al 1999 è scesa di quasi cinque punti mentre nell'Ue a 27 nello stesso periodo è aumentata di oltre 21 punti.
"Mentre l'erosione dei salari reali colpisce tutti i salariati - si legge - sta avendo un maggiore impatto sulle famiglie a basso reddito che spendono una parte maggiore del loro reddito disponibile in beni e servizi essenziali, i cui prezzi stanno aumentando più velocemente di quelli non essenziali".
Il calo dei salari reali - sottolinea l'Ilo "si è aggiunto a significative perdite salariali subite dai lavoratori e le loro famiglie durante la crisi del Covid. Famiglie che sono state costrette ad indebitarsi per sbarcare il lunario durante la crisi Covid ora affrontano il doppio fardello di rimborsare i propri debiti a tassi di interesse più elevati pur guadagnando redditi inferiori". L'organizzazione sottolinea ancora la necessità di "politiche compensative" perché in assenza di queste "il deterioramento dei redditi reali dei lavoratori dovrebbe continuare e portare a un calo aggregato della domanda.
Fonte foto: Foto dimartaposemuckeldaPixabay e Foto diFrantisek KrejcidaPixabay
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