Tu sei qui: AttualitàElezioni, gli insegnanti non credono alla promessa di aumento dei loro stipendi
Inserito da (Redazione Nazionale), domenica 28 agosto 2022 18:08:53
E' sempre stato oggetto di dibattito la media europea degli stipendi degli insegnanti, dove l'Italia non spiccava certo per essere uno dei Paesi a primeggiare nelle paghe al proprio corpo docente.
Ora, con la campagna elettorale in corso di svolgimento, anche questo tema è stato oggetto di dibattito politico ma gli insegnanti non credono alla promessa dei partiti di voler ridurre il gap che caratterizza i loro stipendi rispetto alla media europea: tra i 1.627 partecipanti all'ultimo sondaggio della rivista 'Tecnica della Scuola' (il 93,4% dei quali insegnanti), oltre 9 su 10 hanno infatti dichiarato di non credere alle promesse dei politici circa l'adeguamento degli stipendi ai parametri europei.
L'intento di portare almeno 300 euro in più nella busta paga del corpo docente italiano, andando così a ridurre la forbice rispetto ad altri Paesi ma anche a professionisti del nostro pubblico impiego, viene inteso da quasi da tutti gli "attori" coinvolti solo come una mera manovra elettorale finalizzata a ricevere consensi in vista delle elezioni del 25 settembre.
"Lo scetticismo espresso dai docenti che prevale tra gli insegnanti è più che giustificato - spiega Alessandro Giuliani, direttore della Tecnica della Scuola. I numeri parlano chiaro:
l'ultimo aumento degli stipendi dei docenti, pari al 3.48%, risale al 2018, e si tratta dell'unico incremento negli ultimi 12 anni".
Prosegue Giuliani:
"Altro che incrementi stipendiali a tre cifre: in autunno all'Aran si riprenderà a trattare per 60-70 euro medi in più netti a docente. Considerando il caro energia e il costo della vita in decisa crescita, si tratta di una somma utile solo in parte a coprire queste spese, non incidendo quindi in alcun modo sulla qualità della vita di oltre un milione di lavoratori della scuola".
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