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Inserito da (Redazione Nazionale), domenica 19 novembre 2023 13:52:00
di Norman di Lieto
Non basta più indignarsi, per l'ennesimo femminicidio e non basta neppure essere più ‘provati' del solito da questo ennesimo tragico e vigliacco assassinio di una ragazza colpita, uccisa e buttata come un sacco.
Mentre chi scrive, pur facendolo di mestiere, non si rassegna all'idea che il dovere del cronista di informare i lettori, debba essere per forza 'avulso' dal provare raccapriccio per ciò che apprende e che 'deve' poi scrivere.
E mentre lo fai, pensi a quale anello della catena non abbia funzionato: chiedendoti perché il fato non abbia voluto anche solo far passare un'auto, una bici, un uomo a spasso col cane per fermare quello scempio di atrocità che si stava compiendo su una ragazza, Giulia, che era nel pieno dei suoi giorni più belli quando il futuro lo vuoi mordere, abbracciare e fare semplicemente tuo.
Doveva discutere la tesi di laurea all'Università di Padova in bioingegneria medica, a 22 anni, avrebbe dovuto discutere la tesi giovedì, nonostante le difficoltà, nonostante la scomparsa della madre solo un anno prima e mentre scrivo penso - ancora una volta - a quale anello della catena non abbia funzionato in un meccanismo perverso, schifoso, animale, come quello del femminicidio.
Strappare alla vita una ragazza, per possesso: questo è, nient'altro. Pensare che una ragazza possa essere tua, tarparle le ali, impedirle di volare, uccidendola.
Questo ha fatto Filippo, no alla laurea, no al corso di fumetti a Reggio Emilia, se non è un'idea patriarcale della donna questa, che cos'è?
Senza dimenticare, ovviamente, la brutalità dell'assassinio.
Ora si può spegnere così una vita che non ha potuto discutere la sua tesi sui trapianti di tessuti tracheali e che ad una disciplina così rigida voleva affiancare la leggerezza dei fumetti - sua grande passione - andando a seguire un corso a Reggio Emilia?
Si può annientare un padre, vedovo da un anno, togliendogli la figlia perché l'hai assassinata?
Si può strappare Giulia alla sorella e al fratello?
Come si fa a pensare di poter mai avere un simile potere su qualsiasi essere umano. Come?
E, tornando al padre di Giulia, ha avuto parole di conforto per i genitori di Filippo, altre vittime di un figlio che lascia atterriti le stesse persone che lo hanno messo al mondo ed educato fin qui.
Eccola qui, la parola: educare.
A chi spetta educare noi uomini?
La lista è lunga ma no, non possiamo dire sempre solo famiglia e scuola.
Proviamo a chiederci, seriamente, che cosa possiamo fare noi, società civile, tutti, nessun escluso, affinché non ci sia più nessun uomo in grado di uccidere una donna?
Siamo tutti individui liberi, nessuno è di nessuno.
L'idea del possesso, del controllo, in qualsiasi forma deve essere osteggiata, combattuta e sconfitta per sempre.
Nella vita si può soffrire per amore, ma non si deve mai morire per amore specie se chi uccide è quello che crede pure di aver subito un torto per essere stato lasciato.
Facciamo una legge - una volta si diceva bipartisan - ma facciamola che sia plebiscitaria valida per ogni singolo colore politico.
Torniamo ad educare gli uomini e questo lo possiamo fare proprio noi uomini, in qualsiasi ruolo 'sociale' rivestiamo: padre, zio, amico, fratello, cugino, conoscente, collega, amico del calcetto.
Perché scrivere di una morte così, non ha senso e non dovrebbe mai averlo perché, semplicemente, non dovrebbe mai accadere.
Per questo, dico, convintamente che, oggi, siamo tutti colpevoli.
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